Nuoto, non solo atletica e tecnica: “Così la meditazione aiuta Carini alle Olimpiadi”

25 Luglio 2024 12:39

Preparazione atletica e tecnica. Allenamenti ed esercitazioni. Attenzione alla dieta alimentare e a un corretto stile di vita. Sì, ma c’è altro. È dentro. Per Giacomo Carini, nuotatore piacentino partito alle Olimpiadi di Parigi per sfidare i migliori al mondo, la meditazione ha un ruolo centrale. A raccontarlo è un’altra concittadina, Elena Fiocchi, naturopata e insegnante di yoga che da quattro anni affianca l’atleta già recordman italiano dei 200 farfalla: domenica la specialista raggiungerà la Francia, in direzione dei Giochi olimpici, per seguire da vicino il campione piacentino.

“Resterò lì per quattro giorni in supporto a Carini – spiega Fiocchi – anche se il lavoro importante e principale lo abbiamo già svolto nelle scorse settimane”. La mediazione, dunque, è l’asso nella manica con cui il nuotatore si avvicina alle gare più dure, ma non solo: un curioso dettaglio nella preparazione dell’atleta, che procede di pari passo con il corpo. Approfondiamo.

“È stato proprio Giacomo a chiedermi di scoprire la meditazione attraverso un percorso personale. – racconta la naturopata e insegnante di yoga – e così abbiamo avviato un’attività in presenza nella società canottieri Vittorino da Feltre, che ringrazio per la collaborazione, e anche a distanza, online. In vista delle Olimpiadi abbiamo già effettuato il lavoro di meditazione più centrale con le sedute specifiche, ora questa fase è dedicata soprattutto al defaticamento”. In concreto, si tratta di “pranayama per controllare il respiro e attivare il sistema vagale, attingendo alla forza interiore che aiuta a evitare il panico”. Un esempio: “Nelle nostre sedute – spiega Fiocchi – Carini rivive tutta la gara, incidendo sulla correzione di certi errori tecnici. Ricordo quella volta in cui sbagliava la virata per un solo centesimo e, attraverso la meditazione, ha formato un canale spazio-temporale per ripercorrere il movimento e migliorarlo. La mente non distingue tra il reale e l’irreale, ma le emozioni permettono di generare una sensazione di vittoria ed eliminare la sconfitta. Questa tecnica è utilizzata dai grandi atleti, non ho inventato nulla”.

Secondo Fiocchi, infatti, “essere attraversati da un pensiero di fallimento prima di una gara può vanificare il lavoro di una vita. La testa – aggiunge – governa la struttura fisica, Carini l’ha compreso e da quattro anni sta facendo un percorso di meditazione per cambiare i binari della mente. Così, accanto al lavoro muscolare – conclude l’esperta – c’è il valore aggiunto della focalizzazione della visione”.

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