Li ho assaggiati per voi: “Cecco” & “Mami” by Poggiarello
Di Giorgio Lambri 21 Giugno 2021 20:06
Si chiamano “Cecco” e “Mami”, con riferimento ai soprannomi di storiche figure del Poggiarello. Sono la piccola rivoluzione della cantina di Statto, figlie del genio di un “Roberto Baggio del vino” come Paolo Perini e dell’ingegno di un’azienda di famiglia che ha sempre guardato avanti e lo fa anche oggi, con due etichette biancorosse, assolutamente atipiche rispetto alle altre bottiglie del gruppo, e con due vini che sposano l’eleganza all’informalità, lo “spessore” alla facilità di beva.
“Mami” è un nuovo prodigio della piacentinissima Malvasia di Candia aromatica, con un guizzo “compositivo” determinante: una parte delle uve viene raccolta tardivamente per raggiungere una maggiore concentrazione zuccherina e aromatica, prima di “riposare” in barriques e di unirsi al resto del nettare affinato in acciaio. Il risultato è un perfetto equilibrio tra acidità e mineralità, molto particolare, dal piacevole allungo. Abbinamenti auspicabili: primi piatti con sughi leggeri di pesce, secondi di carne bianca e pesce al forno.
“Cecco” è un blend rosso di Barbera e Bonarda (le uve del Gutturnio ) con l’aggiunta di Cabernet. Anche in questo caso una parte delle uve viene racccolta tardivamente e vinificata a parte. Qui siamo di fronte a un prodigio di agilità e freschezza, ma in un contesto di grande struttura, con tannini geometrici e un sorso piacevolmente rotondo. Rosso rubino carico, “Cecco” conquista già dal profumo di frutti rossi, marasca vivace, sentori di legno tostato con ciliegie sottospirito come nota finale. E’ una bottiglia del 2019 che già trovate piacevolmente pronta, ma che si scoprirà prodigiosa avendo l’accortezza di dimenticarla per qualche anno in cantina. E’ facilmente prevedibile che l’invecchiamnto in bottiglia conferirà al vino sontuosa eleganza e ulteriore rotondità. Sposa con disinvoltura primi piatti elaborati con sughi di carne o funghi, ma anche secondi a base di carne e cacciagione.
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