“Ammazzo per gioco”

Di Redazione 02 Luglio 2022 00:45


Alle 7 e 30, sei ore dopo aver ucciso, Maria Cristina Filippini è di fronte a una slot in un bar di via Venti Settembre a Castel San Giovanni. Infila le monete nella macchinetta, fissa i simboli scorrerle davanti. E spera di vincere. Maria Cristina, 48 anni, mamma di tre figlie, beve un caffè. Due ore dopo, alle 9.30, entra nel Compro Oro di Piazzale Gramsci. Ha con sé una catenella d’oro con il gancio rotto. La lascia per la valutazione, diranno di averla vista tranquilla. Maria Cristina non sa che dopo di lei entrano gli inquirenti, sequestrano tutto: sospettano già che sia lei ad aver ucciso la notte tra il 3 e il 4 febbraio 2013 la madre adottiva, Giuliana Boccenti, 90 anni, soffocandola con un fazzoletto in bocca e un cuscino sul volto, nel letto della sua abitazione in via Mameli. E portandole via dal collo la collanina che può fruttarle 280 euro.

Maria Cristina Filippini è mancata a causa di un tumore nel 2020 quando stava per uscire dal carcere; la figlia, Stefania Ferrari, chiede di stare attenti, di non sottovalutare i segnali della azzardopatia. Di gioco si può morire e la vita non è un gioco.

Podcast di Elisa Malacalza. Editing e sound design Matteo Capra.

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