Un cavaliere rapinato ci svela com’erano armati i crociati

Di Giacomo Nicelli 21 Ottobre 2022 06:19

Un guerriero a cavallo si rivolge al re e futuro imperatore Enrico IV per chiedere giustizia dopo che un uomo di nome Burgundione ha assaltato di notte la torre in cui abitava e lo ha depredato di tutti i suoi averi. Nella sua richiesta rivolta al sovrano attorno al 1077 ‒ che troviamo riportata nel “Registrum Magnum” del comune di Piacenza ‒ descrive minuziosamente tutto quanto gli è stato sottratto, compreso il suo equipaggiamento di cavaliere. Questo elenco fornisce importanti informazioni su come erano armati i “milites” dell’Europa occidentale del tempo, numerosi dei quali, appena vent’anni dopo, saranno inviati in Terrasanta per la prima crociata. Podcast di Giacomo Nicelli. Editing e sound design Matteo Capra.

FOTO

La foto di presentazione di questa puntata del podcast presenta una ricostruzione dell’abbigliamento di un crociato realizzata da Angelo Frasconi ed esposta ‒ assieme a riproduzioni di armi e armature medievali, di strumenti utilizzati falconeria, miniature e tanto altro ‒ nella mostra “Ritorno al medioevo”, allestita fino all’inizio del maggio 2022 nel Palazzo del Podestà di Castell’Arquato per iniziativa della Pro loco (apertura: nei giorni festivi e prefestivi dalle 10 alle 12.30 e dalle 15 alle 18.30; tel. 347-8250724)

BIBLIOGRAFIA

Il racconto delle violenze subite dallo sconosciuto cavaliere è riportato in: Il “Registrum magnum” del comune di Piacenza, a cura di Ettore Falconi e Roberta Peveri, I, Milano 1984, doc. 24, pp. 40-41.

Lo studio dedicato all’equipaggiamento militare dei “milites” dell’XI secolo è: Aldo A. Settia, L’europeo aggressore: tecniche militari in occidente alla vigilia della prima crociata, in “ Studi storici ”, 38 (1997), pp . 309-310.

Su Piacenza i tempi della prima crociata: Il concilio di Piacenza e le crociate, Piacenza 1997 (lo studio di Settia è qui riportato alle pp. 201-211)

Per saperne di più sul mondo della cavalleria: Jean Flori, La cavalleria medievale, Bologna 2002.

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