Amii Stewart: “Che onore, cantare per il Presidente Mattarella in un luogo illustre come il Teatro Municipale”

Amii Stewart è reduce da un bellissimo concerto al Blue Note di Milano e, dopo un’estate densa di impegni, si accinge a cantare per il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, accompagnata dall’Orchestra Farnesiana diretta dal violinista Alessandro Quarta, lunedì 23 settembre alle ore 18.30 al Teatro Municipale.
La cantante, originaria di Washington, è esplosa come regina della dance con “Knock on Wood”, brano per il quale nel 1979 al famigerato Studio 54 di New York è stata accolta tra grida di giubilo e «portata in tripudio e messa a ballare sopra un tavolo», come ricorda lei stessa, circondata da star del calibro di Andy Warhol, Mick Jagger, Sylvester, John Travolta.
Ma la dance – anche se le ha portato un successo con non rinnega e «per il quale sono grata perché poi mi ha permesso di scegliere ciò che volevo», per Amii era un genere «troppo limitante» e, grazie a un talento innato e a «tanto studio», nella sua carriera ha infatti affrontato molti altri generi musicali, dal soul al pop e al jazz, fino ai più celebri musical e spettacoli con grandi orchestre sinfoniche.

Signora Stewart, lei è americana ma ha scelto di vivere in Italia. Cosa prova all’idea di cantare per il Presidente Mattarella?
«E’ un grande onore, prima di tutto perché quello di lunedì sarà un concerto illustre, in un teatro di tradizione come il Municipale di Piacenza che compie 220 anni, e poi sono felice di esibirmi con Alessandro Quarta, un musicista incredibile con cui collaboro da tempo. Per l’occasione, e naturalmente per il Presidente, faremo un programma speciale».


Lei è sempre riuscita a passare da un genere all’altro. Come riesce a farlo?
«Il segreto è uno solo: studiare, studiare, studiare. Lo dico seriamente perché quando sei su un palco, e soprattutto se vuoi riuscire ad interpretare ogni genere di musica, inclusa quella classica, e tenere spettacoli in teatri importanti come il Municipale, bisogna lavorare continuamente sulla propria voce, sul repertorio, fare approfondimenti, essere disposti a mettersi in gioco e dare tutto di sé. Non si finisce mai di studiare, io studio ogni giorno».

Dunque è questo il messaggio che lei vorrebbe dare ai giovani artisti, anche quelli che magari non sanno cantare ma “parlano”, come va di moda oggi?
«Sì, è esattamente il messaggio che vorrei dare loro, anche perché non c’è niente di male ad essere soprattutto un “personaggio” piuttosto che un cantante, ma se si vuole proseguire nella carriera musicale e portarla avanti per tutta la vita, bisogna imparare, impegnarsi e avere l’umiltà di studiare. Un cantante deve saper cantare, uno stile può andare bene per un po’, ma bisogna essere duttili per durare nel tempo».

A proposito di giovani artisti, c’è qualcuno che le piace tra quelli molto in voga oggi, non solo in Italia?
«Le dico subito che Taylor Swift ha dei testi bellissimi, mi piace soprattutto come cantautrice. Ma a piacermi tantissimo è Bruno Mars, lo adoro!».

 


Lei vanta tante collaborazioni, anche trasversali. Oltre al duetto con Gianni Morandi – quel “Grazie perché” che in Italia tutti abbiamo canticchiato – ha lavorato con Francis, Morricone, Piovani ed anche con il bussetano Beppe Cantarelli (ricordiamo “Time for Fantasy”) e l’artista piacentino Franco Scepi di Fluxus. Con quest’ultimo ha realizzato la canzone “It’s Fantasy”, jingle del filmato ormai storico con Kelly LeBrock. E tra i suoi fan a New York c’era Andy Warhol, che grazie al filmato partecipò a una mostra al caffè Sejoken.
«Mi fa piacere che abbia ricordato le collaborazioni avute con Cantarelli e Scepi e, più in generale, con artisti italiani. Dico sempre che la miglior decisione che abbia mai preso è stata quella di vivere in Italia, dove ho anche conosciuto mio marito (l’imprenditore e manager Pietro Cappa, ndr). Dai grandi maestri come Piovani e Morricone ho imparato tantissimo, ma tutte le collaborazioni mi hanno arricchita e continuano a farlo. Adoro le collaborazioni perché attraverso il confronto con gli altri avviene una crescita, lo trovo molto stimolante».

Al Teatro Bellini di Catania, quest’anno, lei ha cantato un’opera sacra: “La pietà: Stabat Mater” che il premio Oscar Nicola Piovani ha scritto per lei. Cosa l’attenderà in autunno, repliche dello spettacolo?
«In futuro proseguirò con una serie di concerti che riprendono quello dell’altra sera al Blue Note, un mix di Smooth jazz e R&B, parallelamente agli spettacoli nei grandi teatri con orchestra. Desidero infatti esibirmi in spazi più ristretti per avere un contatto più intimo con il pubblico e questa è una cosa a cui tengo moltissimo».

di Eleonora Bagarotti

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