Assassin’s Creed Shadows: polemiche per il nuovo videogioco

È da poco uscito il videogame ambientato nel Giappone feudale voluto dai fan della serie, ma l’accoglienza è tiepida e problematica

Molti giocatori lo hanno sognato per anni e lo hanno chiesto a gran voce: « Per favore, fate un Assassin’s Creed ambientato nel Giappone feudale». Eppure, quando sono stati accontentati, ogni trailer e ogni informazione sul gioco ha scatenato dibattiti e polemiche. Ma andiamo con ordine e vediamo che è successo.

Assassin’s Creed è una famosa serie di videogiochi realizzata da Ubisoft. Ogni videogioco ci mette nei panni di uno o più assassini, membri di un’organizzazione fittizia ma ispirata al realmente esistito Ordine degli Hashashin. Ogni episodio della serie è ambientato in un differente contesto storico. Per esempio, il primo Assassin’s Creed (2007) ci trasporta nella Terra Santa al tempo della Terza Crociata, mentre Assassin’s Creed II (2008) ha come sfondo l’Italia rinascimentale. La serie ha sempre mescolato reali eventi storici con invenzioni narrative, soprattutto legate alla storica lotta tra Assassini e Templari. In alcuni Assassin’s Creed (più legati ad ambientazioni urbane) la ricostruzione spaziale è complessivamente molto fedele, basata su mappe e catasti dell’epoca. Altre parti del gioco, anche per ovvie esigenze narrative e di gameplay, si sono sempre prese maggiori libertà.

Come accennato, i fan della serie hanno da sempre sognato un Assassin’s Creed ambientato in Giappone, in cui poter giocare nei panni di un furtivo ninja. E giusto un paio di giorni fa (il 20 marzo) è stato reso disponibile Assassin’s Creed Shadows, che è proprio ambientato nel Giappone feudale. Eppure, al momento, l’accoglienza è stata tiepida e accompagnata da un vespaio di polemiche e problemi.

Per prima cosa, Ubisoft è arrivata in ritardo. Negli ultimi anni sono usciti altri videogiochi con una formula relativamente simile e ambientati in Giappone, tra cui l’ottimo Ghost of Tsushima (2020). Ovviamente rimane comunque spazio per chi vuole proporre altri titoli con quell’ambientazione, ma dovranno per forza di cose subire il confronto. Tutto ciò mette in difficoltà Shadows, ma ha poco a che fare con le citate polemiche. Queste ultime sono come un iceberg, la cui punta – la più evidente e chiacchierata – è la presenza di Yasuke, il “samurai nero”, come co-protagonista del gioco insieme all’assassina Naoe. Yasuke è un personaggio storico reale, su cui si hanno pochissime informazioni certe: era un uomo di origini africane al servizio di Oda Nobunaga. Yasuke è peraltro già comparso in diversi videogiochi senza suscitare particolare scalpore, ma questa volta la sua presenza ha scatenato un vespaio.

Come intuibile, molti attacchi giungono da razzisti più o meno dichiarati, ma sono solo una parte di quel che si legge. Ubisoft è accusata da diversi giapponesi di essere stata “culturalmente insensibile” nei loro confronti, per una serie di decisioni come la possibilità di distruggere gli arredi dei templi (modificata con una patch al lancio). Alcuni errori di comunicazione facilmente evitabili ci sono effettivamente stati, così come diverse imprecisioni storiche, ma Assassin’s Creed non ha mai puntato a una fedeltà assoluta. Perché, allora, questo accanimento?

Secondo alcuni, si tratta solo di un pretesto: a fare rumore sarebbe un piccolo gruppo di nazionalisti giapponesi che non vuole Yasuke come personaggio centrale e si aggrappa a qualsiasi pretesto per attaccare Ubisoft. Per altri, i giapponesi sono mediamente più legati alla loro tradizione rispetto ad altri popoli e mal tollerano questa ingerenza da parte di un team occidentale. Probabilmente sono vere entrambe le cose, e sono comunque solo una parte del quadro complessivo.

di Francesco Toniolo

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