Back2brain: il viaggio dai videogame ai giochi da tavolo
In un settore dove sempre più aziende si muovono verso il digitale, questa storia rappresenta un’interessante eccezione
Nata nel 2005 come team di sviluppo per prodotti d’intratte -nimento digitali, nel 2014 decide di cambiare rotta, spostandosi verso il design e la creazione di giochi “senza corrente”. I buoni risultati di vendita del loro primo progetto Parsec Age of Colonies, li convincono di proseguire sulla strada analogica, portando nei negozi altri titoli dall’impostazione originale e dalla grafica elegante.
Per scoprire di più su questa interessante realtà, abbiamo incontrato Giacomo Borghese, game designer di Back2Brain.
Qual è la storia dietro a Back2Brain?
« Noi nasciamo come gruppo di lavoro nel 1998-2000, ma nel corso dei 5 anni seguenti intraprendiamo un processo evolutivo che ci porta a strutturarci come Back2Brain, una società incentrata nello sviluppo di videogame, infotainment ed edutainment, area nella quale abbiamo prodotto sia per pc che per mobile, oltre ad altri progetti di sviluppo software.
Poi, essendo io un appassionato generale di giochi, ho iniziato a girare per fiere del settore, come Romics, Lucca Comics & Games, Modena Play e ho pensato che ci poteva essere spazio per noi per lo sviluppo di giochi da tavolo. Perché la creazione di videogames è un processo un po’ più complesso perché coinvolge diverse figure professionali, mentre per poter dare vita al nostro Parsec Age of Colonies sono bastate due persone. Con nostra grande soddisfazione il gioco ha avuto successo e ci ha motivati a proseguire».
C’è un motivo per cui avete scelto un nome che può essere tradotto come “ritorno al cervello”?
«Certamente. Il nome Back2brain è stato pensato e scelto tra diversi altri, ma il significato intrinseco è il nostro desiderio che i nostri giochi vengano rigiocati perché ritornano alla mente come un momento di divertimento intelligente, che è il concetto alla base del boardgaming. Persone che si ritrovano insieme per condividere un’esperienza ludica di qualità».
Back2Brain è il vostro unico lavoro o è una passione che si affianca ad altri impegni?
« Alcuni di noi hanno anche un altro lavoro, dato che vivere di soli giochi è complicato, ma nonostante ciò riusciamo a gestire bene i progetti dato che tutti i membri del team hanno considerevoli esperienze lavorative che ruotano principalmente intorno al mondo dell’informatica. Diciamo che la componente di base è quindi assolutamente nerd, con una particolare propensione per fantascienza e fantasy ».
I vostri ultimi due giochi sono strategici astratti, un genere che si sposa bene con il nome della casa editrice. È una coincidenza o una scelta editoriale precisa?
« La scelta degli astratti è voluta e motivata da diversi fattori. Molti di noi condividono già un affetto particolare per questi giochi. La nostra generazione è cresciuta quasi tutta giocando anche a dama, scacchi, tris e carte classiche, oltre che con la prima generazione di videogame, cosa che comunque continuiamo a fare ancora oggi. Questo ci ha dato certamente una spinta in tale direzione, ma sappiamo anche che i giochi astratti sono giochi senza tempo. Quindi, se fatti bene, sono destinati a durare, anche considerando la vita commerciale di un prodotto. Hanno meno attrattiva dei giochi “ricchi” probabilmente, per intenderci quelli con miniature e regolamenti più complessi, ma alla lunga crediamo che possano durare molto di più essendo decisamente più rigiocabili, data la generale semplicità delle regole e del setup. I due titoli attualmente pubblicati sono Match ‘n Lock!, un gioco di associazione cromatica realizzato interamente in legno, e Connect5, in seconda edizione e con materiali migliorati del nostro strategico del 2019. Trovate tutte le informazioni sul nostro sito, mentre la vendita avviene attualmente attraverso Città del Sole con la quale abbiamo una partnership commerciale. Stiamo anche lavorando per aprire un nostro canale di vendita su Amazon entro breve».
di Carlo Chericoni
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