“Brivido”, gioco cult degli anni ‘80 che continua a stregare

È innegabile che gli anni ’80 siano da tempo al centro di una grande attenzione, anche se, paradossalmente, vengono spesso raccontati da chi non li ha vissuti veramente. Questo ha comunque portato a un’ondata di nostalgia che si è concretizzata in molti settori dell’intrattenimento: dalla fiction all’editoria, passando per videogiochi e, ovviamente, giochi da tavolo.

Per questo hobby, uno dei “recuperi” più celebrati di quella decade è stato il ritorno nei negozi di Brivido, uno tra i giochi di società più rappresentativi dell’epoca grazie al suo evocativo tabellone tridimensionale che dava vita a una vera e propria casa stregata. Era impossibile non lasciarsi trasportare dalla fantasia in quella lugubre magione, che ricordava da vicino gli incubi evocati dai tunnel dell’orrore nei parchi divertimenti. Le pareti di cartone della casa che Brivido ci invitava a esplorare erano arricchite da disegni di scheletri, spettri, pipistrelli giganti, spaventose mani d’ombra, alberi con fauci e tanti altri dettagli capaci di far correre un brivido lungo la schiena dei giovani partecipanti alla partita.

Anche la meccanica di gioco contribuiva a generare una sensazione di pericolo costante: durante il proprio turno si doveva lanciare un dado a sei facce e avanzare di un numero di caselle pari al risultato ottenuto; successivamente, doveva far ruotare il ragnofreccia e vedere il risultato. La faccia “veramente spaventato” impediva di muoversi finché non si otteneva il risultato piede, sempre con il ragno girevole. Se invece usciva il dado, si poteva tirare di nuovo, ma il risultato che regalava più emozioni era il teschio. In questo caso, si doveva inserire un teschio di plastica fosforescente nel camino al centro della casa, e questo rotolava casualmente fuori da una delle quattro uscite, attivando la trappola corrispondente. Le pedine dei giocatori che si trovavano sulle caselle rosse, indicanti aree pericolose, potevano essere colpite e rimandate all’inizio della stanza in cui si trovavano. I quattro pericoli della casa erano: l’ascia dell’armatura che cade, il pavimento traballante, lo scheletro che colpisce alle spalle e il teschio che rotola giù per le scale. Questi escamotage, pur semplici, avevano un fascino magico per i bambini dell’epoca. L’obiettivo del gioco era attraversare la casa e riuscire ad arrivare per primi in cima alle scale per chiudere la ba- ra da cui veniva fatto rotolare il teschio.

Nonostante Brivido fosse essenzialmente un gioco dell’oca con un’ambientazione horror, al momento della sua uscita nel 1985 divenne immediatamente un oggetto del desiderio, anche grazie a una campagna pubblicitaria martellante, caratterizzata da due buffi fantasmi con monociglio che spiavano dei bambini intenti a giocare. Brivido rimase a lungo nei negozi e, quando scomparve a causa del declino del mercato dei giochi da tavolo, iniziò a trasformarsi in un oggetto di culto per i nostalgici di quegli anni, al punto che su eBay la versione originale in buono stato veniva venduta a cifre vicine ai mille euro. Il gioco è così radicato nei ricordi di quella generazione che, nel 2021, ne è stata prodotta una nuova edizione, edita in Italia da Grandi Giochi, che ne modernizza la grafica e sostituisce i bambini spaventati dell’edizione anni ‘80 con personaggi investigatori del paranormale. Un’altra differenza della nuova versione è che il percorso si svolge al contrario: si parte dalla cima delle scale e si deve uscire per primi dalla casa stregata.

Brivido era a sua volta una nuova edizione del gioco americano chiamato Which Witch?, uscito negli USA nel 1970 e pubblicato per la prima volta in Italia nel 1972 con il titolo Castello Incantato, capace di affascinare i fortunati bambini che lo acquistarono in quegli anni. Il tabellone tridimensionale e la meccanica di gioco erano praticamente identici, ma la grafica era molto meno lugubre e caratterizzata da personaggi in stile cartone animato. Al posto della plancia con il ragno girevole per determinare gli effetti speciali dopo il lancio del dado, c’era un mazzo di carte con tre possibili risultati: la strega cattiva, che trasformava i bambini in topi (stesso effetto della faccia “veramente spaventato”), la fata buona, che annullava la trasformazione, e l’omino lanciafulmini, che obbligava a inserire nel tetto la biglia che attivava le trappole. Questa edizione originale, poco ricordata, vantava anche alcune scelte grafiche fatte esclusivamente nella versione italiana che la rendevano una perfettamente incarnazione dello stile cartoon anni ‘70.

Brivido rimane senza dubbio un titolo cult per la generazione degli anni ‘80, e la possibilità di rigiocarlo oggi riporta alla luce i ricordi di un’epoca indimenticabile.

di Carlo Chericoni

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