Carte collezionabili un hobby con oltre 150 anni di storia

Un hobby antico che sta vivendo un boom di popolarità senza precedenti negli ultimi anni, ma quest’ossessione moderna per le carte Pokémon, le carte sportive e persino le carte digitali ha le sue radici nella seconda metà dell’800.

Tutto ebbe inizio nel 1868 quando la Allen & Ginter, un’azienda statunitense attiva nell’industria del tabacco, decise di rinforzare il dorso dei loro pacchetti di sigarette inserendo dei semplici “cartoncini pubblicitari”. La diffusione della “litografia a colori” portò negli anni successivi a un’evoluzione di quel concetto trasformando i semplici messaggi promozionali in piccole carte riportanti soggetti che andavano dalla natura allo sport, passando per tutta una serie di temi che si reputavano interessare il target di riferimento: uomini adulti fumatori.

Apprezzate per le loro immagini vivaci a colori, anche i bambini si appassionarono alla raccolta di quei semplici oggetti e iniziarono ad appostarsi fuori dai negozi per chiedere a chi comprava le sigarette di cedergli le carte allegate. Iniziò così la mania di collezionarle conservandole in album e per riuscire a completare la raccolta si organizzavano scambi o le mettevano in premio in sfide di giochi d’abilità.

Durante gli anni ‘50 anche i più importanti produttori di gomme da masticare cominciarono ad allegare carte collezionabili nei pacchetti dei loro prodotti, proponendo tematiche che spaziavano dai film ai programmi televisivi. Proprio in quegli anni, nell’autunno del 1951, un veterano della Seconda Guerra Mondiale di nome Sy Berger, disegnò con Woody Gelman uno storico set dedicato al baseball per l’azienda Topps Chewing Gum, Inc. per cui Sy lavorava. Nato sul tavolo della cucina dell’appartamento di Berger, quel progetto ispirato a una passione della sua gioventù segnò una pietra miliare per il settore, tanto che le carte di quella serie sono ancora oggi tra le più richieste dagli appassionati. Il successo fu tale che la Topps decise di specializzarsi in quel mercato creando negli anni ‘60 e ‘70 collezioni dedicate a franchise molto popolari all’epoca come prima trilogia di Guerre Stellari.

In Italia le cose si evolvono in modo leggermente diverso perché da noi, in quello stesso periodo, scoppia l’amore per gli album di figurine adesive. Specialmente le collezioni dedicate al calcio prodotte dalla Panini diventano un importante elemento della cultura pop nostrana. Malgrado vengano sporadicamente vendute nelle edicole delle serie di carte da collezione, è negli anni ‘90 che il fenomeno inizia veramente a diffondersi da noi grazie anche a Magic: l’Adunanza, il gioco che unendo competizione e collezionismo diventa un successo di portata mondiale.

Gli ultimi anni si sono rivelati una seconda era d’oro del settore che, grazie ad una costante crescita esponenziale, è arrivato nel 2022 a generare un giro d’affari dal valore di 9,69 miliardi di dollari, con appassionati disposti a spendere cifre esorbitanti pur di aggiungere alla loro collezione la carta tanto rara, quanto desiderata. Un chiaro esempio di dove può portare questa passione è la vendita della carta dedicata al giocatore di baseball Mickey Mantle, prodotta da Topps nel 1953, all’incredibile somma di 12,5 milioni di dollari.

Con numeri di questa portata non stupisce che ci siano previsioni rosee per questo settore, sia nell’attuale forma “fisica” che nell’evoluzione digitale, al punto che per il 2030 si prevede raggiungerà un valore complessivo di almeno 20,48 miliardi di dollari.

di Carlo Chericoni

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