C’è un motivo per vedere She-Hulk e si chiama Tatiana Maslany
C’è qualcosa nella fine dell’estate non so bene che cos’è e non riesco a respirare e mi sono portata solo libri pesantissimi che non ho avuto tempo di leggere d’inverno e non mi resta che nuotare, ascoltare le pillole di scienza del mio figlio minore, e guardare qualcosa di così leggero da sembrare evanescente. “She-Hulk” parte come la serie meno impegnativa della storia Marvel: Jennifer Walters, cugina di Bruce Banner, alias Hulk é un avvocatessa che ottiene i suoi poteri dopo che, a causa di un incidente in macchina con Bruce, il sangue del cugino si è mescolato al suo. Vabbè.
Mentre Bruce la prepara a anni di accettazione e tentativi di controllo della sua trasformazione, a Jennifer viene tutto facile, e torna nel mondo reale a esercitare la sua professione.
In mezzo, Jennifer Walters é Tatiana Maslany di Orphan Black, una serie che parlava di clonazione andata in onda dal 2013 al 2017 in cui la nostra interpretava cinque personaggi principali diversi e altri di contorno, portando a casa premi come se fosse sempre Natale.
Quindi per ora il pilot e un grande sì perché Tatiana è come sempre magnifica e Jen è un personaggio pieno di personalità, come tutte le nuove ragazze Marvel, Helena Romanoff e Kate Bishop, ma non nasce super eroe: “È una serie sugli avvocati”, dice allo spettatore in uno sguardo in macchina, caratteristica che la accompagna fin dal fumetto.
Ed è Mark Ruffalo a fare la spalla comica qui. Quando lui le dice che dovrà imparare a gestire rabbia e paura, lei gli ride in faccia e risponde che è tutta la vita che controlla quelle che sono le emozioni di base di ogni donna vivente.
Se riesce a mantenere questa freschezza e questo ritmo brillante per i nove episodi previsti, She Hulk potrebbe essere per la Marvel il modo perfetto per fare il cambio di stagione negli armadi.
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