C’era una volta a New York: Geri Miller, la musa di Warhol che fece impazzire Ringo Starr, Jimi Hendrix e James Brown


Il suo nome è Geri Miller, si definisce “super groupie”, cantante, fidanzata di rockstar e attrice per Andy Warhol. Ex ballerina di go-go al Peppermint Lounge di New York, nel 1964 ha intrattenuto i Beatles dopo la loro storica partecipazione all’Ed Sullivan Show e affascinato Ringo Starr: «Avrei preferito appartarmi con Paul, che era bellissimo, ma mi si è appiccicato addosso Ringo e sono andata via con lui», spiega. Geri è poi entrata a far parte della famigerata Factory ecome superstar di Warhol, è apparsa nei film “Flesh” (1968), “Trash” (1970) e “Women in Revolt” (1971). Ha anche recitato nell’opera teatrale di Warhol “Pork” (1971). «Tutti parlano di Candy Darling (la musa transgender di Warhol, ndr) e di Edie Sedgwick. Ho conosciuto bene il primo, che comunque si chiamava James, e la seconda, che era sempre triste, ma la verità è che fu Andy a volermi alla sua Factory e modificò il copione di “Flesh” pur di inserirmi nel cast», precisa Geri.
Miller è stata fidanzata per lungo tempo con Dino Danelli, il batterista di The Young Rascals, e poi con James Brown, inoltre ha avuto relazioni con vari musicisti, tra cui Jimi Hendrix («lo adoravo») e David Bowie («un principe»). Dave Davies, chitarrista dei Kinks, nella sua autobiografia ne lodava il fascino e la sfrontatezza e Mick Jagger chiedeva di lei prima di accettare se andare o meno a un party. «Benedetti gli anni Sessanta», sospira. Oggi lei vive in un ostello per anziani e gira in sedia a rotelle ma mantiene lucidissima la sua mente, colma di ricordi legati a «un’epoca d’oro, quando New York non era solo un luogo depravato o turistico, ma creativo, e la ricerca di libertà, anche sessuale, non aveva nulla a che fare con il denaro o la depravazione. Le artiste della mia generazione sono state le prime femministe», rivendica.
Siamo riusciti a contattare Geri dopo aver letto un reportage su The Rialto, e lei si mostra «orgogliosa che si sappia chi sono stata e cosa ho vissuto».


Lei nasce come ballerina a Manhattan, vero?
«Sì e non ero certo una topless dancer, ero proprio una ballerina di fila nei teatri a Broadway. Venivo dalla provincia, ma avevo studiato e conoscevo la danza moderna. Cantavo in un gruppo femminile con alcune amiche, registrammo una hit e finii al Peppermint Lounge, un club esclusivo che ospitò i Beatles dopo l’Ed Sullivan Show, nel 1964».

Ma quella con Ringo Starr non fu l’unica “scintilla” rock.
«Ho sempre frequentato artisti, anche se i miei due fidanzati di lungo corso sono stati Dino Danelli degli Young Rascals, con cui speravo di sposarmi ma lui alla fine preferì restare libero, e James Brown, che mi adorava:lui sì, che voleva sposarmi, ma io non me la sentii. Capitava sempre di frequentare musicisti e artisti, negli anni Sessanta a New York. Al Peppermint, mi esibivo nelle stesse serate con i Beach Boys, i Four Seasons, le Ronettes, Liza Minnelli… Nel 1964 girai anche un film di Sidney Lumet, “Fail Safe” (A prova di errore)».


Poi arrivò Andy Warhol, la Factory, i film e il teatro.
«Quando ci incontrammo la prima volta, tra me e Andy ci fu subito intesa. Parlava poco, ma quando andai alla Factory mi prese sotto la sua ala. Trasgressioni? C’erano, ma prima di tutto c’era la sensazione di vivere all’interno di una rivoluzione culturale e sociale, che ti faceva sentire protagonista. E poi Andy lavorava seriamente, ti faceva ragionare sul copione e registravamo ore ed ore. Era molto serio, un genio».

Cos’è poi rimasto di quel mondo, negli anni Settanta e sino ad oggi?
«Per un po’, tramite conoscenze, ho continuato a vivere e a lavorare a Manhattan, ma non nell’ambiente artistico. A New York, dove c’erano i dancing, negli anni Settanta sono arrivati la pornografia e il degrado. Nel mondo dell’arte, i soldi erano la priorità. Non che il denaro non mi piaccia, anzi… vorrei averne di più! Ma sono fiera di essere stata in prima linea nell’epoca d’oro di quella rivoluzione straordinaria. Per questo tanti artisti mi hanno chiamata, a distanza di anni:ho condiviso il palco con gente come Eric Burdon e David Bowie. Quante altre hanno vissuto simili esperienze?».

Come sta Geri Miller a 82 anni?
«La vita va verso il declino, ma i bei ricordi che mi sono conquistata curano meglio di una medicina. Ah, dimenticavo… ascolto la musica del passato, quella di oggi fa schifo!».

di Eleonora Bagarotti

 

 

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