“Con tanto coraggio e una piccola bugia”: il documentario su Giana Anguissola

La scrittura, l’arte, il coraggio: questo esce dal bel lavoro dedicato a Giana Anguissola diretto da Roberto Dassoni presentato ieri sera al Ritz. Grazie a un team creativo molto articolato, il videomaker piacentino ha realizzato un biopic che potrebbe tranquillamente trovare una distribuzione su uno dei tanti canali tematici televisivi. Finanziato dal Comune di Piacenza attraverso il bando “Piacenza riparte con la cultura” il documentario prosegue un discorso di approfondimento sul lavoro della scrittrice piacentina avviato lo scorso anno con l’allestimento teatrale “Romanzo di molta gente”, portato in scena all’Estate Farnese in collaborazione con Carolina Migli, che torna nel documentario a prestare la voce alla stessa Anguissola.

Prodotto dall’associazione Icon – Aps di Dassoni, al documentario hanno collaborato l’aiuto regista Augusta Grecchi, lo scrittore Marco Bosonetto in veste di sceneggiatore, la voce narrante di Giovanna Zucconi e le musiche originali di Gian Francesco Amoroso, Franco Nobis e Marco Tacconi.

Il risultato è un documentario scritto bene e organizzato altrettanto bene, con scelte estetiche originali e raffinate, che, grazie al grande e rigoroso lavoro di ricerca che ha alle spalle e al confronto con la famiglia, apre nuove piste sulla vita della scrittrice e pone le basi ulteriori approfondimenti biografici.
Anche alla vita di Giana Anguissola infatti si potrebbe applicare la famosa frase del film di John Ford: “when the legend become facts, print the legend”.

“Giana Anguissola è sempre stata trattata come la scrittrice di “Violetta la timida” e “Priscilla”, storie per ragazze bon ton dai valori tradizionali con spinte verso l’emancipazione femminile – ha raccontato Roberto Dassoni – In realtà, già quando stavamo preparando la riduzione teatrale di “Romanzo di molta gente” mi sono accorto di una certa tensione interna, forse un rimpianto per non essere riuscita a entrare nella scena letteraria degli adulti”.
Come è noto, Giana Anguissola ha scritto tantissimo, novelle, romanzi (più di cinquanta), ha lavorato per la radio e per la televisione, e tra i tanti materiali e le ricerche d’archivio sono emersi aspetti mai trattati, come il suo accesso a persone molto potenti documentato dalle lettere scambiate con Benito Mussolini, con il sindaco di Milano, con il cardinale Schuster. “Era una donna di mondo che frequentava ambienti molto raffinati: nei suoi libri più adulti emergono anche ombre di paranormale, pensa a “La giornata del diavolo” o a “I demoni vestono come noi”: il marito era vicino alle politiche dell’antroposofia, aveva fondato una rivista dedicata a questa disciplina di derivazione steineriana”.

Ma è lo stile che colpisce, la grafica del racconto con le parole visualizzate sullo schermo a valorizzare la scrittura, la scelta delle frasi a raccontare una vita (“questa non è arte”, dice Anguissola, riferendosi ai libri per ragazzine che le venivano richiesti in continuazione dato il grande successo), le ricostruzioni fotografiche eleganti che mostrano i tantissimi materiali a disposizione: “Abbiamo utilizzato tre piani di lavoro: le interviste a chi l’ha conosciuta, a chi l’ha studiata come Sabrina Fava dell’Università Cattolica di Milano, a chi ha lavorato con lei, al figlio Riccardo Kufferle, la voce fuori campo di Giovanna Zucconi che racconta la sua vita e quello più libero e artistico dove Carolina Migli legge dai suoi diari e dai suoi romanzi. Anche con la musiche e con la locandina abbiamo voluto dare un’idea hitchcockiana di una persona con due facce: la narrativa su di lei tende a banalizzare e ad appiattirne l’immagine, ma era una persona complessa, vera, interessante. Dando per assodata la sua fama come scrittrice per bambini, che viene valorizzata da anni con la Biblioteca, con il premio letterario del Comune di Travo, tutta la sua narrativa per adulti, che racconta un’Italia del neorealismo vicina a “Miracolo a Milano”, andrebbe riscoperta”
Un documentario importante, che meriterebbe un futuro anche nei circuiti dei Festival: “È un biopic pensato anche per un consumo extra locale: questi documentari biografici hanno i loro canali festivalieri e anche la Fondazione Mondadori, che è partner, sarà un veicolo di distribuzione. Intanto possiamo dare un nuovo appuntamento a Travo il 3 settembre, quando ci sarà la premiazione del concorso letterario”.

 

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