Cos’è “InZoi”, il nuovo life simulator più realistico di “The Sims”

Chi non ha mai sentito parlare di “The Sims” almeno una volta nella vita? Per i meno informati, si tratta di uno dei videogiochi più popolari e longevi tra i giocatori casual. Il franchise di Electronic Arts appartiene al genere dei “life simulator”, ossia esperienze di gioco in cui gli utenti – attraverso avatar personalizzabili a 360° – vivono in un mondo digitale che è speculare a quello reale. I giocatori, infatti, sono invitati a scegliere una carriera professionale per i loro Sim, intessere relazioni (sociali, sentimentali, etc.) con altri personaggi, costruire loro una casa, e così via; in altre parole, danno vita ad un alter ego videoludico di cui decidono per loro vita, morte e miracoli – nel vero senso della parola, dal momento che il giocatore ha un controllo per certi versi “divino” nei confronti del suo avatar. La serie “The Sims” esiste oramai da quasi 25 anni e, fino ad oggi, non ha mai avuto prodotti concorrenti capaci di incrinare il suo monopolio sul genere “life simulator”. Certo, “The Sims” deve il suo successo a mondi virtuali antecedenti come “Second Life” (2003), ad esempio, nati con l’intento di diventare piattaforme informatiche pensate per i nuovi media e caratterizzate da strumenti di comunicazione sincrone e asincrone (il famoso Metaverso, di cui tutti parlano oggi, non è poi un concetto così innovativo in fin dei conti!). Tuttavia, se è vero che la popolarità di progetti come “Second Life” si sono a poco a poco affievoliti, la proprietà intellettuale di Electronic Arts ha continuato a resistere nel tempo, anzi si è ingrandita a dismisura, e questo anche grazie alla sua straordinaria capacità di dialogare con la società contemporanea. “The Sims”, ad esempio, è stato uno dei primi giochi a parlare di tematiche LGBTQ+A in un’esperienza di gioco digitale, introducendo relazioni e unioni tra avatar dello stesso sesso. Ad oggi, come detto, nessun videogioco life sim era stato in grado di contrastare – o, quanto meno, nessun titolo ci ha mai realmente provato – il grande successo di “The Sims”. Fino all’inizio dell’agosto di quest’anno.

Già, perché lo studio sudcoreano Krafton ha svelato al mondo il suo nuovo ambizioso progetto intitolato “InZoi”. Rispetto al suo contendente, “InZoi” punta tutto su un incredibile realismo: la sua grafica – supportata da uno dei motori grafici più all’avanguardia presenti al giorno d’oggi, Unreal Engine 5 – offre un livello di immersività e iper-realismo davvero unici, e questo anche grazie al fatto che il gioco è supportato da un complesso sistema di algoritmi di intelligenza artificiale che permettono un elevato grado di verosimiglianza. Proprio come in “The Sims” i giocatori possono creare un avatar, scegliere i tratti somatici e caratteriali dello stesso (esistono oltre 250 opzioni disponibili per una personalizzazione massima) ma, cosa più importante, possono vivere la loro esistenza in modo più diretto. Se, infatti, “The Sims” predilige un punto di vista dall’alto, dove il giocatore incombe quasi al pari di una divinità (la cosiddetta “god view”, appunto), in “InZoi” osser-viamo il nostro Zoi da una prospettiva in terza persona, rendendo tutto ancor più partecipato e immersivo. Inoltre, l’altra grande differenza rispetto all’IP di Electronic Arts è che l’utente può seguire in modo attivo il suo avatar, accompagnandolo a lavoro e controllando pienamente le sue azioni mentre si trova fuori casa. Se, infatti, in “The Sims” il tempo si limita a scorrere a velocità raddoppiata mentre il nostro Sim è in ufficio o sul posto di lavoro e l’utente non è in grado di intervenire in modo diretto, nel nuovo gioco di Krafton i giocatori devono lavorare esattamente come nella vita reale.

Se il “Zoi” creato intraprende l’attività da pompiere, ad esempio, e scoppia un incendio in città, questo dovrà fisicamente spostarsi sull’apposita auto-pompa e correre a spegnere le fiamme per mettere in salvo altri cittadini. “In-Zoi”, inoltre, incoraggia le interazioni sociali, e questo grazie al fat-to che gli NPC (not-playable characters, i personaggi non giocabili) si comportano in modo molto realistico grazie alle indicazioni suggerite dall’intelligenza artificiale che muove i proverbiali fili dell’esperienza. Gli “Zoi” sono personaggi mondani, amano frequentare locali alla moda, ristoranti, gallerie d’arte: per questa ragione, proprio come il proprio microcosmo casalingo, anche la metropoli in cui vivono questi avatar può essere personalizzata con grande libertà. I giocatori, infatti, possono aggiungere o demolire nuovi edifici, inserire nuove aree verdi, aprire attività commerciali, modificare persino le condizioni atmosferiche e meteo della loro metropoli affinché rispetti i propri gusti al massimo. Sul finire di agosto, Krafton ha reso disponibile una demo sulla piattaforma per Pc Steam, in cui gli utenti hanno potuto avere un assaggio dell’editor dei personaggi. In appena una settimana (questo il tempo di prova di questa parte del gioco), sono stati già creati oltre centinaia di migliaia di personaggi (alcuni anche di personaggi famosi del mondo reale), che gli utenti hanno potuto scambiarsi tra loro attraverso un’apposita app. Infatti, grazie all’applicazione Canva, i giocatori possono condividere le loro creazioni con altri utenti e scambiarle in totale libertà. Visti i grandi numeri che “InZoi” è riuscito a racimolare in meno di una settimana, non è da escludere che il videogioco, al momento del lancio (previsto per la fine di quest’anno su Pc, e successivamente anche sul console di nuova generazione, quali PS5 e Xbox Series), sarà un successo senza precedenti. Chissà, a questo punto, come ribatterà “The Sims”, visto che il prossimo anno celebrerà il suo 25° anniversario e non vorrà cedere il suo titolo di life simulator di maggior successo…

di Fabrizia Malgieri

 

© Copyright 2024 Editoriale Libertà