Eduardo secondo Edoardo (e Mario): “Natale in Casa Cupiello” nella versione di De Angelis


Rullo di tamburi e strenna natalizia, attenzione: il 22 dicembre su RaiUno andrà in onda in prima serata Eduardo secondo Edoardo, ovvero la versione di “Natale in Casa Cupiello” di De Filippo firmata da Edoardo De Angelis, con Sergio Castellitto nel ruolo di Don Luca, Marina Confalone in quello della moglie Concetta e Pina Turco in quelli della figlia Luisa. Il solito cast di De Angelis, insomma, a parte questa concessione allo stardom con Castellitto protagonista.

Un approdo “naturale”, ha dichiarato il regista, desideroso di restituire la propria visione del testo con il garbo che gli è consueto. Un recupero d’amore, da napoletano a napoletano, come quello che recentemente ha fatto Mario Martone con “Il Sindaco del Rione Sanità” del 2019 (trasmesso recentemente su RaiTre e disponibile su RaiPlay) che mantiene lo stretto impianto teatrale del testo del 1960, lo trasporta in una confezione contemporanea e centra perfettamente l’obiettivo, costruendo un film di grande impatto narrativo e di altissima recitazione che è stato accolto benissimo dalla critica. L’idea vincente, semplice ma decisiva, è stata quella di far interpretare Antonio Barracano, uomo d’onore che amministra la giustizia secondo suoi personali criteri, al di fuori dello Stato e al di sopra delle parti, che nel testo ha 75 anni, a un attore giovane, Francesco Di Leva. Il film nasce dall’esperienza teatrale sul testo, che Martone stesso ha portato in scena con Di Leva e il gruppo teatrale Nest a San Giovanni a Teduccio, con la benedizione di Luca De Filippo.

De Angelis è sicuramente meno noto al grande pubblico di Mario Martone, ma è uno dei migliori registi che ci sono in giro in questi anni, uno di quei pochi che hanno sia il senso della Storia che quello della Visione: il suo “Indivisibili”, del 2016, ha vinto a Venezia il Premio Pasinetti, 6 David di Donatello e 5 Nastri d’Argento.

Scritta da Nicola Guaglianone, la storia delle due gemelle siamesi 2 “gestite” dalla famiglia come attrazione canora per le feste di paese, battesimi e matrimoni, è tesa, drammatica e potente, e visualmente magnetica così come il suo film successivo, “Il vizio della speranza”, ambientato ancora a Castel Volturno (che per De Angelis è “il centro della terra”): ancora una storia di donne sfruttate, che vivono in un luogo dimenticato da Dio e dagli uomini, nella miseria, nell’immondizia, con i piedi nell’acqua stagnante. Maria (Pina Turco) lavora per una trafficante, traghetta le donne, compaesane, slave, africane, da una parte all’altra del fiume, vende i loro bambini, si occupa di una madre tossica.

Le facce, la scrittura, i dialoghi, la location, la fotografia, la colonna sonora rendono il film una Gomorra dei poveri, al femminile, che vive tra attracchi in rovina, rifiuti, giostre abbandonate, che gestisce la vendita dei corpi e la vendita dei figli, che riecheggia la piccola disumanità di Garrone di “Dogman”, ma la addolcisce con la rotondità delle gravidanze, con gli abiti da sposa trascinati nello sporco, con la ricerca dell’unica persona perbene, quella con “il vizio della speranza” appunto. Se il Marcello di Garrone cade vittima alla fine del mondo, la Maria di De Angelis fa un percorso contrario e cerca la salvezza.

E adesso questo “Natale in casa Cupiello”, che è “una tragedia che fa ridere, e una commedia che fa piangere”: ambientata nel 1950 (l’opera è del 1931) come anno simbolico di post-guerra, di ricostruzione, è un ritratto di famiglia in un interno. La famiglia perde i pezzi, mentre il capofamiglia continua a preoccuparsi del presepe, dove ogni pezzo ha un proprio posto. Ed è solo l’inizio, perché De Angelis e Castellitto sono legati in un sodalizio che dovrebbe portare a una trilogia, il cui secondo capitolo dovrebbe essere “Non ti pago”, e il terzo ancora non si sa. Io intanto sto già sorridendo tra le lacrime.

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