Five Nights at Freddy’s dal flop del videogioco al suo enorme successo

Scott Cawthon ha creato una serie horror che ha venduto milioni di copie, ma all’inizio non è stato facile. Fino al colpo di genio

La storia di Scott Cawthon merita di essere ricordata. È la dimostrazione che è possibile trarre spunti e insegnamenti dalle critiche ricevuto, visto che è ciò che gli ha permesso di creare una serie di videogiochi horror che ha venduto milioni di copie. Ma cominciamo dall’inizio.

Scott Cawthon è un programmatore statunitense che, nel corso degli anni 2000, ha sviluppato un gran numero di videogiochi di scarso o nullo successo. Titoli come The Misadventures of Sigfreid the Dark Elf on Tuesday Night e Legacy of Flan 3: Storm of Hades non sono proprio i primi nomi che vengono in mente, quando si parla di videogiochi del 2000. Se tutto fosse rimasto come in quegli anni, Cawthon sarebbe rimasto nella numerosa schiera dei più o meno anonimi sviluppatori che realizzano progetti per passione. Ebbe un po’ più di fortuna con i suoi videogiochi esplicitamente religiosi, come Pilgrim’s Progress e The Desolate Hope, entrambi pubblicati nel 2012. Devoto cristiano, Scott Cawthon aveva anche lavorato a diversi prodotti di animazione ispirati a episodi biblici ed evangelici.

Perlomeno negli Stati Uniti, prodotti di questo genere sono sempre stati una nicchia interessante, per quanto possano apparire alquanto strani al pubblico italiano. I videogiochi cristiani di Cawthon ottengono buone recensioni, sono progetti ambiziosi in cui non mancano idee curiose, ma i guadagni non sono sufficienti a mantenere la famiglia. Nel 2013, Cawthon continua a proporre nuovi videogiochi, sperando di trovare un progetto vincente. Uno di questi è Chipper and Sons Lumber Co., in cui viene raccontata la storia di un giovane castoro antropomorfo che deve portare avanti l’attività di falegname del padre. Il trailer del gioco viene accolto malissimo. In particolar modo, molti utenti criticano il design dei personaggi, che trovano brutto, antiquato e inadatto a un videogioco per bambini. In mezzo alle critiche, Scott Cawthon riconosce un pattern. I castori del suo gioco sono definiti uncanny, un termine usato per definire ciò che ci disturba in quanto familiare e alieno al tempo stesso. Sono al tempo stesso troppo umani e troppo poco umani. Fanno quasi paura. Le critiche hanno ragione: in un videogioco come Chipper and Sons Lumber Co. dei personaggi fatti in questo modo sono semplicemente sbagliati. Sembrano degli animatronic (dei pupazzi robotici) assassini, ha commentato qualcuno. Qui arriva il colpo di genio. Cosa succederebbe, realizzando un videogioco con degli animatronic assassini, dichiaratamente pensato per far paura?

Scott Cawthon si prende qualche mese di tempo, durante i quali lavora a Five Nights at Freddy’s, pubblicato nel 2014. Si gioca nei panni del guardiano notturno di una pizzeria con degli animatronic canterini che, quando scende la sera, prendono vita. Rintanati nel proprio stanzino, bisogna sopravvivere fino all’alba utilizzando le telecamere di sicurezza e il controllo delle porte di accesso al locale. In un brevissimo tempo il successo di Five Nights at Freddy’s esplode. Tutti gli youtuber ci giocano, tutti i ragazzini ne parlano. Vengono prodotti romanzi, pupazzi e gadget di ogni sorta, oltre a numerosi sequel che Cawthon mette subito in produzione per sfruttare l’ondata del successo. A pensarci può sembrare strano, ma a volte il caso ci conduce lungo vie inaspettate. Se nessuno avesse criticato il precedente videogioco di Cawthon, oggi non esisterebbe uno dei più famosi videogiochi horror.

di Francesco Toniolo

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