Fridays For Future, le canzoni del movimento ambientalista giovanile

E’ tornato lo sciopero di Fridays For Future. Premesso che sono d’accordo con le motivazioni e le argomentazioni (scientifiche e oggettive) che dovrebbero farci prendere maggiormente atto dei problemi climatici, soprattutto pensando al futuro dei nostri figli, io sono sempre andata a sostenere, ma più di tutto ad ascoltare, i ragazzi piacentini del movimento. L’ho fatto anche venerdì scorso e avrei voluto che più persone adulte, che magari occupano ruoli istituzionali, fossero lì a sentire i discorsi pertinenti e sensibili dei giovani che si sono passati il microfono (con riferimenti storici e attuali, dal COP all’Enciclica di Papa Francesco su clima e futuro del 2015). Insomma, ho imparato molte  cose. Due le sapevo già: ascoltare le voci dei ragazzi è sempre un  arricchimento e le canzoni da sempre accompagnano le manifestazioni pacifiche.  Anche in questo caso, senza eccezioni. Non a caso, è stata presentata anche Radio Immaginaria, da loro gestita. Certo, la scelta dei brani, almeno a Piacenza, all’inizio è stata soprattutto legata ai vari decenni. Gli stessi in cui, dagli anni ’70 in poi, le problematiche ambientali sono cresciute considerevolmente (e infatti, con buona pace di chi sfotte Greta Thunberg e il movimento, lo smog e l’inquinamento causano a TUTTI malattie sempre più gravi). Alcune canzoni erano volutamente “leggere” perché ballare, all’inizio di una mattina soleggiata ma molto fresca di fine settembre, serve a scaldare la piazza, gli animi e i pensieri. Così, ho ascoltato un po’ di tutto – dai Righeira agli ormai inevitabili Måneskin, cantati a memoria. Va bene così, ogni età ha i suoi “eroi”. Vorrei solo ricordare a questi ragazzi che molta grande musica, di quella che ha fatto la storia, accompagnava anche in passato i movimenti per i diritti civili – penso a Joan Baez, a Bob Dylan, ma anche a No Nukes (i mitici concerti del 1979 con tanti grandi artisti che, proprio nel giorno del suo compleanno, Bruce Springsteen ha annunciato come prossima pubblicazione).
O, passando a tempi più recenti, ai Pearl Jam, che lo scorso anno hanno ospitato l’attivista svedese nel video del brano “Retrograde”.

Ho pensato a Paul McCartney e alla sua prima moglie, Linda, con la quale iniziò il suo impegno ambientale e vegano, invitando il mondo a non mangiare carne almeno il lunedì. «Abbiamo compreso che già a molti piace l’idea perché in primo luogo non è troppo difficile da mettere in pratica e, in secondo luogo, perché permette a ognuno di fare qualcosa di positivo nella propria vita per giovare all’ecologia del Pianeta» ha spiegato Paul. Smettere del tutto di mangiare la carne quindi come unica scelta?
No, ma magari ridurre il suo utilizzo partendo da un singolo gesto. Per il benessere degli animali, dell’ambiente, di noi stessi (e, con questa “scusa”, andarsi ad ascoltare i
Beatles insieme ai Måneskin). 

 

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