Gwen Stefani: “Ogni canzone del mio album Bouquet è un fiore che celebra l’amore”

La cantante vincitrice di tre Grammy Award, Gwen Stefani, ha lavorato per un bel po’ di tempo all’uscita del suo quinto album in studio. Nel 2020, aveva pubblicato un altro album dal titolo appropriato “Let me reintroduce myself” (Lasciate che mi ripresenti), seguito dai singoli “Slow clap” nel 2021 e “True babe” dello scorso anno. Erano tutti pensati per un album pop tradizionale, ma alla fine lei, con un colpo di scena, ha accantonato l’idea e ricominciato da zero. Il risultato finale è “Bouquet”, il suo primo nuovo album dopo 7 anni.
La cantante di “What you waiting for?”, hit del 2004, lo ha definito «un album di yacht rock in omaggio alle canzoni pop radiofoniche degli Anni 70 piuttosto che un semplice album country. Direi che riflette il tipo di musica che ascoltavo nella mia Station Wagon mentre guidavo per andare in chiesa, quando ero giovane».
Gwen aveva dato un assaggio dell’album all’inizio di quest’anno con “Purple Irises”, in duetto con suo marito Blake Shelton, di cui è innamoratissima.
Il matrimonio contratto nel 2021 con la superstar della musica country è diventato, nonostante le affermazioni della diva sul genere musicale più “ampio”, il ​punto focale del nuovo album e lo dimostrano i singoli “Somebody else’s” e “Swallow my tears”.


Stefani, in effetti, potrebbe ricevere critiche sul fatto che troppe canzoni di “Bouquet” parlino d’amore e della sua unione con Shelton, ma lei ha chiarito che «in realtà sono angolazioni diverse sullo stesso argomento. Sono tutte queste angolazioni dell’amore. Ecco perché “Somebody else’s” è finita nel disco: perché avevo bisogno di mostrare quanto fosse oscuro per arrivare a quanto fosse luminoso e come l’amore potesse crescere e continuare a crescere, ancora e ancora».
Alla fine, ciò che è emerso è un’offerta multicolore, se non una marcata partenza, dal catalogo pop e ska-heavy di Stefani. Ogni scelta nella tracklist è stata intenzionale e mantiene persino l’astrazione dell’immagine floreale del titolo e delle fotografie grazie a brani come “Marigolds”, “Empty vase”, “Late to bloom” e la title track.
«Ero molto consapevole di modificarlo per ottenere questo bouquet di canzoni davvero selezionate», fa sapere Stefani attraverso la sua etichetta discografica, dove tutti tengono parecchio al suo nuovo album, almeno quanto lei. Non a caso, “Bouquet” è disponibile, oltre che sulle piattaforme digitali, in Cd, Lp e Lp colorato (in esclusiva sullo shop Universal Music Italia lo troviamo nei colori champagne e pink peony mentre su Discoteca Laziale c’è una versione limitata con orchid cover alternativa). Insomma, qui c’è un occhio – se non proprio all’arte – allo stile e alla moda. Inutile dire che Gwen Stefani nutre, anche in Italia, un’ampia fascia di estimatori.


«“Bouquet” rappresenta tutto ciò che sono stata e ciò che sono diventata. Ogni canzone è stata scelta come fosse un fiore del passato e del presente, e soprattutto per creare il seme della speranza verso il futuro» sostiene Gwen, indubbiamente molto felice in campo sentimentale.
Il disco è stato registrato “alla vecchia maniera” (il che, un po’ ci ricorda “Cowboy Carter” di Beyoncé, ma – oggettivamente – quel lavoro è decisamente migliore), con una full band agli Smoakstack Studios. Il risultato acustico brillante è, almeno per metà, merito del pluripremiato produttore: Scott Hendricks (e non è poco, la parte buona risuona come farina sua).
Tuttavia ammettiamo che l’intuizione, la vulnerabilità, la fiducia e l’onestà emotiva che Gwen Stefani mostrava nel nuovo singolo, uscito in anteprima e da subito apprezzato in virtù delle sue sonorità senza tempo, offrivano già un indizio sul lavoro globale. L’attesa, tra i fan di Gwen, era fremente. E c’era curiosità tra i critici.
Del resto, Stefani ha proprio girato pagina, dopo il successo mondiale raggiunto come performer, autrice e frontwoman dei No Doubt, e una carriera solista multiplatino. Ad oggi ha venduto oltre 60 milioni di dischi e re-inventato il genere alternative rock. Con i No Doubt ha pubblicato 5 album che hanno messo in risalto le sue doti cantautorali, con testi profondi e commuoventi e hit che hanno scalato le classifiche: da “Don’t speak” a “Just a girl”, da “Hey baby” a “It’s my life”. Il suo album di debutto, “Love. Angel. Music. Baby”, è stato un successo planetario grazie ai singoli “Rich girl”, la già citata “What you waiting for?”, “Cool” e “Hollaback girl”, brano iconico prodotto da Pharrell Williams. L’album successivo, “The sweet escape”, ha bissato il successo del precedente con i brani “Wind it up” e “The sweet escape”.


Nel 2015, il suo ultimo album “This is what the truth feels like” è arrivato n.1 nella classifica Billboard 200. Lo stesso è accaduto 5 anni dopo, nella sezione Hot Country Songs, con il marito Blake Shelton in “Nobody but you” e “Happy anywhere”.
Visto il periodo, nel caso foste alle prese con i regali natalizi, ricordiamo anche l’uscita di una riedizione del suo album di Natale, divenuto ormai un classico: “You make it feel like Christmas”.
E non è tutto: quest’anno i No Doubt si sono riuniti dopo 9 anni per una fantastica performance al Coachella Festival. A testimonianza dell’impatto indelebile che hanno lasciato nella musica contemporanea, sul palco con Gwen è salita a sorpresa Olivia Rodrigo su “Bathwater”. Da 7 stagioni, Stefani è anche coach principale della serie NBC (e vincitrice agli Emmy) “The voice”. Ha inoltre duettato con Andrea Bocelli all’interno del suo disco “Duets” in “Holding on”.
Insomma, sì: Gwen Stefani ormai appartiene al mainstream, ma un suo nuovo album, a distanza di anni, merita sempre una ricca cornice. Perché riuscire ad essere una diva, più o meno divina, non è comunque da tutte.

di Eleonora Bagarotti

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