I 40 anni di Tetris ecco la storia segreta di un videogioco di grande successo
Quarant’anni di storia ed essere ancora un videogioco molto popolare. È il 6 giugno 1984 quando debutta per la prima volta “Tetris”, il gioco rompicapo ideato dall’ingegnere informatico sovietico Alexey Pažitnov e che oggi vanta oltre 520 milioni di copie vendute in tutto il mondo – numeri che, di fatto, lo rendono anche il videogioco più venduto della storia. La storia dietro un titolo così popolare (e ancora oggi molto amato, visto che proprio all’inizio di quest’anno il giovanissimo Willis Gibson ha “sconfitto” il titolo per la prima volta nella storia, raggiungendo il livello 157, il più alto mai conquistato da un giocatore umano) nasconde, in realtà, risvolti da fare invidia ad un qualsiasi romanzo di spionaggio a firma di John Le Carré. Ma andiamo con ordine, com’è nato “Tetris”? L’amato “puzzle game” nasce grazie all’intuizione di un giovane e promettente ingegnere informatico russo, il quale, nel tempo libero – mentre lavorava al centro di calcolo dell’Accademia delle scienze dell’URSS di Mosca – decise di iniziare a programmare un videogioco su un microcomputer lektronika-60. Tutto prese il via dalla passione di Pažitnov nei confronti dei pentamini, un gioco che era solito fare da bambino, che decise di riprodurre in formato digitale. Così, una volta sottoposto il prototipo ai due suoi colleghi di laboratorio, Dmitrij Pavlovskij e Vadim Gerasimov, ne realizzò una prima versione: qui il giocatore doveva muovere e impilare i tetramini utilizzando la tastiera. Solo in un secondo momento, Pažitnov decise che forse il modo migliore fosse quello di farli cadere dall’alto e, notando che le linee completate riempivano rapidamente lo schermo, decise che queste sarebbero andate ad eliminarsi, una volta allineate nel modo giusto. Dopo tre lunghe settimane, Pažitnov mise a punto il codice finale del gioco, che decise di chiamare “Tetris” (era la crasi tra “tetra”, quattro, e “tennis”, il suo sport preferito): era il 6 giugno 1984 e da lì il resto è storia. “Tetris” iniziò a circolare tra i diversi colleghi dell’Accademia delle Scienze, scatenando una vera e propria ossessione nei giocatori – al punto che l’anno successivo, venne consigliato a Pažitnov di realizzare una versione MS-DOS del gioco per i più avanguardistici PC IBM, che ampliò a dismisura il numero di giocatori.
Il successo di “ Tetris” iniziò a diffondersi a macchia d’olio in tutta l’Unione Sovietica, al punto che Pažitnov pensò che i tempi fossero sufficientemente maturi per proporre l’esperienza di gioco anche all’estero. Così, l’informatico russo chiese consiglio al suo supervisore Vìktor Brjàbrin – il quale aveva avuto l’opportunità di viaggiare fuori dall’URSS – affinché potesse aiutarlo a pubblicare “Tetris” al di fuori dei confini russi. Brjàbrin gli propose di trasferire i diritti del gioco all’Accademia delle Scienze e ricevette da Brjabrin una remunerazione volontaria grazie a questo accordo. A quel punto, nel 1986 Brjabrin decise di inviare una copia di “Tetris” alla casa di sviluppo ungherese Novotrade, permettendo così al titolo di diffondersi su floppy disk in tutta la Repubblica Popolare Ungherese, raggiungendo anche la Polonia. Fu proprio in Ungheria, durante uno dei suoi tanti viaggi d’affari, che Robert Stein, importatore di videogiochi per l’azienda britannica Andromeda Software, ebbe l’occasione di conoscere “Tetris”, ravvisandone un potenziale commerciale piuttosto significativo. Stein decise, così, di contattare l’Accademia delle Scienze per riuscire ad ottenere i diritti di pubblicazione del gioco, ma non fu affatto semplice: complice l’utilizzo di strumenti rudimentali come il telefax e messaggi poco chiari da entrambe le parti (probabilmente dovuti a causa di errori di traduzione), alla fine Stein riuscì a fatica ad ottenere i diritti da Pažitnov per rivendere il gioco in Occidente attraverso un messaggio via telefax (con un semplice “Sì”). O meglio, pensava di esserci riuscito. Fu proprio quell’episodio di “lost in translation” a dare il via ad un’ ulteriore e silenziosa Guerra Fredda tra le due parti, proprio quando sullo sfondo politico dell’epoca si consumava quella reale. Infatti, nonostante avesse venduto i diritti di “Tetris” alla società britannica di software Mirrorsoft e alla sua controparte statunitense, Spectrum HoloByte – con l’intento di lanciare il gioco nel 1988 – Stein non aveva di fatto in mano un accordo commerciale che attestasse l’acquisizione dei diritti del gioco, se non il messaggio telefax da parte di Pažitnov e Brjabrin.
A quel punto, Robert Stein contattò nuovamente i due ingegneri, chiedendo loro la stesura di un contratto formale che ne attestasse la vendita dei diritti. Iniziarono così, ancora una volta, lunghe trattative via fax, in cui Stein offrì il 75% delle entrate generate dalla licenza. Fu a quel punto che la Elorg, l’azienda pubblica dell’Unione Sovietica con il monopolio sull’importazione ed esportazione di hardware e software per computer, entrò a gamba tesa contrariata dalla scelta di Stein di vendere “Tetris” in Occidente, definendo le operazioni condotte fino a quel momento dall’uomo illegali. Pur di non perdere questa occasione così ghiotta, Stein intraprese diversi viaggi a Mosca incontrando per lungo tempo i rappresentanti dell’azienda, raggiungendo finalmente un primo accordo nel febbraio 1988. Il 10 maggio successivo firmò un contratto per una licenza decennale di Tetris a livello mondiale per tutti i sistemi informatici attuali e futuri.
Nel frattempo, né Pažitnov né Brjabrin erano a conoscenza del fatto “Tetris” fosse già in vendita e che Stein avesse affermato di possedere i diritti prima dell’accordo. Pažitnov decise di non ricevere alcuna percentuale da queste vendite, e questo perché, come disse: « Il fatto che così tante persone si divertano con il mio gioco, per me è sufficiente ». E infatti, una volta conclusa la burrascosa trattativa tra le parti, finalmente “Tetris” è diventato il gioco di successo internazionale che tutti noi conosciamo.
A contribuire alla sua diffusione, un ruolo importantissimo è stato svolto dal GameBoy, la prima console portatile di Nintendo lanciata nel 1989, che decise di inserire in bundle il videogioco al suo lancio. La sua grande semplicità in termini di meccaniche, ma al tempo stesso la sua eccezionale genialità, hanno reso “Tetris” il gioco digitale ideale per il lancio della sua piattaforma di Nintendo. Un successo, che nonostante siano trascorsi 40 anni da allora, stenta ancora a tramontare.
Per i curiosi sulla storia di “Tetris”, un consiglio di visione: su Apple Tv, infatti, è possibile guardare una bella pellicola dal titolo “ Tetris”, che racconta la complicata trattativa prima dell’esplosione commerciale del gioco in Occidente, diretta da Jon S. Baird e con protagonisti Taron Egerton e Nikita Yefremov.
di Fabrizia Malgieri
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