Il Classic Rock vende di più grazie ai giovanissimi
E’ notizia di qualche giorno fa. Ma anche no, nel senso che del revival del Classic Rock (e dintorni) e della passione per il collezionismo di vinili d’epoca si parla da un bel po’. Ora a testimoniarlo c’è anche la Fimi, che segna una crescita esponenziale di vendite di artisti come i Pink Floyd, con “The dark side of the moon” che è stato il disco più venduto negli ultimi 5 anni in Italia, o degli Eagles con il loro “Hotel California”, sul podio negli ultimi tre anni dei dischi più venduti negli Stati Uniti nonché album più venduto di tutti i tempi con 26 milioni di copie.
La tendenza nostalgica pare abbia fatto presa durante la pandemia, ed in particolare tra i giovanissimi che frequentano quotidianamente TikTok ed altri canali di discovery. Una ricerca chiamata “Engaging with Music” dell’Ifpi illustra, a proposito dell’Italia, come siano i successi degli anni Ottanta e Novanta i più cliccati dalla cosiddetta Generazione Z: si va da Bruce Springsteen ai Nirvana (che io vidi al Bloom di Mezzago praticamente l’altro ieri, e invece “Nevermind” è del 1991…).
Non è che oggi, in questo blog, si voglia condividere un registro economico ma sono dati di vendita che segnalano come, indubbiamente, in piena era digitale il sound della seconda metà del secolo scorso venga continuamente riscoperto.
Non so a voi ma a me fa un certo effetto (direi bello).
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