Il filo sottile tra la musica di Wagner e i Blues Brothers
Al Cinema, il wagneriano “Ride” – così in America chiamano “La cavalcata delle Valchirie” – si presenta in una varietà di scenari particolarmente vertiginosi. Il più indelebile è, senza dubbio, quello di “Apocalypse Now”, capolavoro di Francis Ford Coppola del 1979. Il regista, a dispetto delle sue origini italiane, non ha attinto da Giuseppe Verdi ma dal genio tedesco, considerato (per certi aspetti) suo “rivale”.
Ma le sequenze d’azione che ci mostrano uno squadrone di elicotteri e la devastazione di un villaggio vietnamita sono solo una delle sfaccettature della presenza di celluloide di Richard Wagner. In “What’s Opera, Doc?”, Elmer Fudd canta “Kill Da Wabbit” mentre insegue Bugs Bunny – il che, è parecchio curioso. Un’altra nota di colore riguarda il celebre “The Blues Brothers” di John Landis, “cult” del 1980 interpretato dall’insuperato John Belushi in coppia comico-fraterna con Dan Aykroyd, il “Ride” suona mentre i neonazisti, sbeffeggiati, inseguono gli eroi lungo un’autostrada e volano via da un cavalcavia.
Sono solo alcuni esempi non scontati. Tra i motivi dell’amore hollywoodiano per Wagner, c’è senz’altro il leitmotiv, che il compositore assegnava a personaggi e a temi, divenuto un tratto distintivo delle partiture cinematografiche. Ed anche quando non si tratta di Dei, eroi, stregoni o soldati, quell’impeto e quell’energia musicale diventano, a loro volta, protagonisti di sceneggiatura e fotografia. E qui sta il Genio immortale.
data-lightbox="liberta " href="https://www.liberta.it/wp-content/uploads/2021/04/thumbnail_bluesbros.jpg"
© Copyright 2024 Editoriale Libertà