Il gioco da tavolo che ha intentato una causa da 15 milioni contro Elon Musk

Negli affari non conta solo l’intuito, ma anche il coraggio, unito a un pizzico di follia. Lo sanno bene gli otto ragazzi che hanno trasformato un passatempo goliardico in un fenomeno di intrattenimento globale.

Cards Against Humanity è, come dichiarano gli stessi creatori, «un party game per persone orribili». Il gioco consiste nel riempire gli spazi vuoti di frasi riportate su carte nere con le parole o le frasi stampate sulle carte bianche in mano ai giocatori, creando così battute umoristiche che a volte scadono nella volgarità, omofobia e razzismo. Sapendo che nessun editore sano di mente avrebbe mai investito in un progetto simile, nel 2010 i suoi creatori fecero una scommessa: si rivolsero a un noto sito di crowdfunding, sperando che gli utenti li finanziassero con donazioni tra i 5 e i 30 dollari, per raccogliere i 4.000 dollari necessari a stampare il gioco. Quando alla fine ottennero oltre il triplo di quanto richiesto, la loro follia si trasformò in determinazione e, pochi anni dopo, la loro creazione era un’azienda in piena espansione: Cards Against Humanity era il bestseller numero 1 su Amazon.

Oltre a produrre costantemente nuove espansioni ed edizioni speciali per alimentare la popolarità del marchio, la solida azienda che si era ormai formata decise di abbracciare con convinzione l’eccentricità del gioco pianificando alcune “acrobazie pubblicitarie” capaci di attirare l’attenzione.

Una delle prime fu quella del 2013, quando decisero di andare controcorrente rispetto ai tradizionali sconti del Black Friday, aumentando il prezzo del gioco di 5 dollari. L’anno successivo alzarono ulteriormente il livello con una trovata “disgustosa” che fece parlare i media: sempre nel giorno degli sconti tanto amato dagli americani misero in vendita su Amazon eleganti scatole a marchio Cards Against Humanity, contenenti feci, al prezzo di 6 dollari. Inutile dire che andarono tutte esaurite.

Nel 2016, continuarono nella loro missione di boicottare il Black Friday è lanciarono il progetto “Holiday Hole” (Buco delle vacanze), chiedendo ai donatori di finanziare lo scavo di una buca completamente inutile. Più di centomila dollari furono letteralmente “buttati in buca”.

Con l’inizio dell’amministrazione Trump nel 2017 decisero di alzare il livello e lanciarono l’iniziativa Cards Against Humanity Saves America, chiedendo ai fan un contributo di 15 dollari per acquistare un terreno al confine tra Stati Uniti e Messico, con l’obiettivo di ostacolare la costruzione del famoso muro di confine voluto dall’allora presidente. Grazie al sostegno di oltre 150.000 utenti, riuscirono a portare a termine il piano e costruirono anche un trabucco di 10 metri dicendo di volerlo usare per distruggere l’eventuale barriera con il messico.

L’ultima mossa del gruppo nasce proprio dai terreni acquistati per sfidare Trump, che, a detta dei creatori del gioco, sarebbero ora utilizzati illegalmente da SpaceX di Elon Musk come discarica per ghiaia, parcheggio per mezzi da costruzione e deposito di detriti spaziali. La società del miliardario sudafricano, dedita alla progettazione, produzione e lancio di razzi spaziali, ha infatti acquistato molti lotti in quella zona e, secondo quanto riportato da Cards Against Humanity, avrebbe unilateralmente deciso occupare spazi che non gli appartengono, trasformando aree lasciate allo stato naturale in un immondezzaio.

Sul sito www.elonowesyou100dollars. com, i creatori del gioco mostrano foto di come SpaceX si sia “arrogata” il terreno e denunciano, con un linguaggio molto esplicito, le tattiche aggressive e intimidatorie dei potenti oligarchi del settore tecnologico. Inoltre, se la causa legale contro Musk per 15 milioni di dollari avrà esito positivo, gli utenti che sette anni fa contribuirono all’acquisto del terreno riceveranno una ricompensa di 100 dollari.

Anche se molti hanno liquidato questa iniziativa come una provocazione, ha attirato l’attenzione della stampa internazionale, che in passato aveva ignorato altre attività degne di nota di Cards Against Humanity. Ad esempio, nel 2022 il gruppo donò tutti i profitti delle vendite del gioco negli stati americani a maggioranza repubblicana a un fondo a sostegno dell’aborto. In quell’occasione furono raccolti oltre centomila dollari per protestare contro la sentenza della Corte Suprema che confermava la costituzionalità di una legge del Mississippi del 2018 che vietava l’aborto dopo la 15ª settimana di gravidanza.

Oppure, come quando hanno istituito una borsa di studio annuale in discipline scientificotecnologiche dedicata alle sole donne e finanziata con i profitti dell’espansione del gioco dedicata ai temi scientifici.

Ciò che sorprende, in contrasto con lo spirito goliardico del gioco, è la serietà con cui Cards Against Humanity porta avanti le sue battaglie e la coerenza con cui mantiene ogni promessa fatta.

Non resta che aspettare l’esito di questa causa per capire se davvero un piccolo gioco da tavolo può davvero sconfiggere un gigante delle dimensioni di SpaceX.

di Carlo Chericoni

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