“Il grande Lebowski”, che spettacolo in 4K domenica 7 luglio all’ex Caserma Cantore

“Il grande Lebowski” compie venticinque anni (la prima mondiale al Sundance Film Festival fu nel gennaio 1998, per poi passare alla Berlinale a febbraio e arrivare in sala negli USA a marzo, in Italia a maggio) e la rassegna estiva “Cinema sotto le stelle”, organizzata da Arci e Cinemaniaci all’ex Caserma Cantore, gli rende omaggio con una proiezione speciale prevista per domenica 7 luglio alle 21.45. Partito in sordina e diventato leggenda nel tempo, il titolo di culto dei fratelli Coen torna sul grande schermo in versione restaurata in 4K da Universal Pictures presso il laboratorio NBCUniversal Studio Post.
“Il grande Lebowski” è una commedia noir scritta e recitata e girata in un apparente continuo stato di felicissima leggera alterazione alcolica e allucinogena: la sua prima ispirazione dichiarata è il noir di Raymond Chandler, mescolata con un’atmosfera psichedelica che sballotta giocosamente lo spettatore in una infinita montagna russa di colpi di scena. Nella Los Angeles degli anni novanta, Jeffrey Lebowski, ovvero “Drugo”, (in inglese “The Dude”, interpretato da Jeff Bridges) passa la giornata tra una partita di bowling con gli amici Donny (Steve Buscemi) e Walter (un clamoroso John Goodman che interpreta un veterano del Vietnam aggressivo, instabile e paranoico), una visita al supermercato in accappatoio, uno spinello. Un giorno però due brutti ceffi vandalizzano l’unico tappeto del suo appartamento scambiandolo per un ricco omonimo. Lebowski va a cercarlo con l’unico scopo di farsi rimborsare il tappeto che “dava un tono all’ambiente” e finisce invischiato come corriere di un ingente somma di denaro che il magnate, costretto su una sedia a rotelle, deve pagare per riavere la giovane ninfetta che esibisce come trofeo coniugale. In questo irresistibile nonsense compaiono altri personaggi indimenticabili come il futuro premio Oscar Philip Seymour Hoffman (il miglior attore della sua generazione, che non finiremo mai di ricordare commuovendoci), Julianne Moore nei panni di Maude Lebowski, la figlia di Jeffrey Lebowski, annoiata miliardaria, pittrice d’avanguardia e furiosa femminista, e John Turturro, che interpreta il temibile avversario di bowling Jesus Quintana (un personaggio trascinante e carismatico al quale è stato dedicato anche uno spin off non particolarmente riuscito).

Grazie a una sceneggiatura di ferro e a un cast strepitoso, il film non è invecchiato di un secondo e rimane un’opera libera e piena di meravigliose stravaganze, che mescola generi, sequenze oniriche e apparizioni di personaggi paradossali (come i nichilisti, un’apparizione folgorante alla Monty Phyton, corredati da dialoghi altrettanto surreali).
Più che una storia il film è uno stato mentale, un folle girotondo di outsider guidato da un protagonista che è “l’uomo più pigro della contea di Los Angeles”, impreziosito da riprese virtuosistiche, spettacolari numeri musicali coreografati alla Busby Berkeley, e una colonna sonora ricercatissima che spazia dall’opera al folk al rock, da Costello a Dylan a Nina Simone fino a Henry Mancini.


Nel 2008 “Il grande Lebowski” è stato inserito al quarantatreesimo posto tra i 500 migliori film della storia secondo Empire e da allora Drugo sta nei primi posti della lista dei 100 migliori personaggi cinematografici di tutti i tempi. Nel 2014 il film è stato scelto per la conservazione nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti. Jeff Bridges capellone in accappatoio, bermuda, infradito, con gli occhiali da sole e un bicchiere di white russian in mano, è un’icona cinematografica che sembra uscita dritta dalla fine degli anni ‘60, come se qualcuno avesse dimenticato di avvertirlo che Woodstock è finita, insieme a quell’America libera, impegnata e idealista. È così famoso che tutto il suo look (molto del quale proveniente dal guardaroba dello stesso Bridges), insieme ad altri 250 oggetti del film, è stato messo all’asta lo scorso dicembre in un evento organizzato con il canale Turner Classic Movies (TCM), proprietà di Warner Bros. Discovery, depositario di un archivio sconfinato di oggetti e costumi di scena. “Il grande Lebowski” sarà proiettato in versione originale sottotitolata in una serata-evento che vede anche la partecipazione del circolo Arci Belleri.

di Barbara Belzini

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