Il relativismo musicale del musicista Renato Caruso entra all’Università

La pratica musicale si accompagna alla scienza. Il rapporto è tanto antico quanto attuale, strettissimo e ancora insondabile. Lo dimostra l’ultimo lavoro del chitarrista e compositore Renato Caruso, che ha presentato di recente al festival Cremona Musica il suo libro “Tempo-Musica. Il relativismo musicale” (Le Ruzzole, 46 pp, 10 euro) accompagnandosi mirabilmente alla chitarra.
Il volume pone quesiti interessanti, suscitando domande che rappresentano da un lato la base di ogni studio musicale e dall’altro un’esplorazione più matura; volendo, addirittura sperimentale e di ricerca. “Cos’è la musica?” “Cos’è il tempo?” “Esiste correlazione?”

“Questa ricerca è nata quasi per caso – spiega l’autore -. Ogni tanto mi vengono idee bizzarre… tutto proviene da un background culturale e scientifico  abbastanza ampio. La mia mente è sempre su queste cose: Einstein, lo spazio, il tempo. L’arte in generale c’entra, così come la pittura. Kandinskij, in particolare, di cui parlo poiché si ispira molto alla musica nella sua pittura e nell’utilizzo dei colori”.
Nel volume “Tempo-Musica” ci sono infatti riferimenti storici, ma soprattutto artistici. Ad esempio gli impressionisti. “Prima ero troppo distratto dalla musica – ammette Renato Caruso – poi mi sono concentrato sull’arte, che apre un mondo associabile all’esecuzione: non solo le coloriture, ma il tono, la variabilità, la continuità”.
Il libro, in effetti, è una serie di appunti scelti che il musicista ha preso negli ultimi anni. “Sono la parte pratica che volevo mettere in musica, ed in particolare nei miei album”. Fa fede, in tal senso, “Grazie Turing” (Bollettino Edizioni Musicali, 2021).
Renato Caruso tiene seminari ed è ospite di convegni in cui la parte musicale abbraccia quella scientifica. “Dopo Cremona, il 21 ottobre mi ha invitato l’Università di Firenze per il seminario su Galileo Galilei“. Un altro grande personaggio attorno al quale ruotano le riflessioni di Caruso. “Presenterò lo stesso progetto di cui ho parlato a Cremona, con un concerto. Il mio è un progetto d’avanguardia, pone riflessioni e si prefigge di immaginare il futuro dell’arte e della musica”.
Si può fare, solo spingendo più in là l’asticella.

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