Il rock in mostra. Il 2023 inizia con David Bowie
Gennaio è senz’altro il mese più significativo, per i fan dell’indimenticabile, irraggiungibile musicista e artista David Bowie, nato il giorno 8 gennaio 1947 e scomparso il giorno 10 del 2016. Sono molte le celebrazioni in sua memoria e questo 2023 per me si è aperto proprio con una mostra bellissima in suo onore, tra le numerose in Italia legate al mondo del rock.
David Bowie. America. Sogni. Diritti di Steve Schapiro, all’Archivio di Stato di Torino, in Piazza Castello 209 – Piazzetta Molino, fino al 26 febbraio (giovedì e venerdì dalle 15 alle 19, sabato e domenica dalle 11 alle 20). A cura di ONO arte, la mostra è prodotta da Radar, Extramuseum e Le Nozze di Figaro, rappresenta un’anteprima nazionale e si compone di 70 scatti che partendo dal lavoro di Schapiro con David Bowie portano il visitatore a scoprire anche il suo lavoro di fotoreporter e fotografo di scena.
L’esposizione racconta il momento clou della carriera di David Bowie attraverso gli scatti del leggendario fotografo americano. A metà degli anni Settanta, dopo essere divenuto icona culturale in Inghilterra – suo paese di origine – Bowie riesce ad imporsi anche nel mercato più ampio e difficile da conquistare di sempre: gli Stati Uniti. L’album Diamond Dogs, e il relativo tour promozionale in Nord America, anticipano di qualche mese il suo trasferimento a Los Angeles. Nella città californiana Bowie, per sua stessa ammissione, vivrà uno dei periodi più bui della sua vita. Tra l’abuso di cocaina e l’ossessione per l’occultismo, rischiò di implodere. Ma nonostante la sua salute fisica e mentale fosse stata messa a dura prova, trovò il modo per uscire da quel tunnel che lo stava portando alla morte.
Fu in quel periodo, infatti, che iniziarono le riprese di un film che lo avrebbe visto come protagonista, il primo della sua carriera. Grazie a L’uomo che cadde sulla terra Bowie dovette imparare a gestire se stesso in modo da essere professionale sul set. Musicalmente parlando invece, scrisse alcuni brani che avrebbero dovuto essere inclusi nella colonna sonora del film: si trattava perlopiù di musica strumentale che non venne utilizzata per lo scopo che per il quale fu prodotta. Quei landscape sonori divennero però poco tempo dopo il tema principale di due dischi fondamentali come Low e Heroes, dischi che segnano il suo ritorno in Europa e la sua rinascita come artista precursore e innovatore. Ma prima di lasciare definitivamente Los Angeles, Bowie sotto le spoglie del suo nuovo personaggio, The Thin White Duke, registra il suo nono album in studio: Station to Station.
In tutte le fasi dell’avventura americana di Bowie è presente, nei momenti salenti e cruciali, Steve Schapiro, che sarà fotografo di scena di L’uomo che cadde sulla terra e autore degli scatti che compaiono sulla copertina sia di Station to Station sia che di Low. Schapiro, nato a Brooklyn nel 1934, è già considerato uno dei maggiori fotografi dell’epoca nonché uno dei più influenti nella storia della cultura popolare americana.
Schapiro ha testimoniato con la sua macchina fotografica i momenti salienti della società americana della seconda metà del XX secolo: dall’avvento dei Kennedy passando per l’epopea pop di Andy Warhol e la Factory, dai movimenti per i diritti civili di Martin Luther King Jr. a personaggi dello sport come Mohammed Alì, fino al cinema d’autore per il quale ha lavorato come fotografo di scena in pellicole senza tempo come Il Padrino, Taxi Driver, Un uomo da marciapiede e Apocalypse Now.
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