In che modo la fascia influisce sul dolore e sulla mobilità? Parte I
Se hai dolore muscolo-scheletrico e/o scarsa mobilità in un’area del corpo, potrebbe esserti stato detto che il problema risiede in una rigidità fasciale, causata da aderenze e/o vecchie cicatrici. Anche se questo può essere vero, la sindrome miofasciale è più spesso il risultato di come ci muoviamo e usiamo il nostro corpo, in primis in rapporto alla postura. Dedicheremo i nostri due prossimi post all’argomento e imparerai:
• Cos’è la fascia?
• Di cosa è fatta la fascia?
• I diversi tipi di fascia.
• Perché si verificano problemi a livello fasciale?
• Perché ci sono nervi nella fascia e cosa fanno?
• Come facciamo a sapere se il dolore è causato dalla fascia o dai muscoli?
• Alcuni per migliorare la salute della fascia e ridurre il dolore correlato alla fascia stessa.
Cos’è la fascia?
La fascia è un tipo di tessuto connettivo che circonda, separa e supporta tutto il nostro corpo, compresi i nostri organi, muscoli, ossa, articolazioni, nervi, tendini e legamenti.
I ricercatori non sanno ancora tutto sulla fascia, né sono d’accordo su un’unica definizione. Diversi gruppi di studiosi hanno definito la fascia in modi leggermente diversi. La definizione più ampia proviene dal Comitato per la nomenclatura della fascia:
“Il sistema fasciale è costituito dal continuum tridimensionale di tessuti connettivi fibrosi morbidi, contenenti collagene, sciolti e densi che permeano il corpo. Il sistema fasciale si interpenetra e circonda tutti gli organi, i muscoli, le ossa e le fibre nervose, dotando il corpo di una struttura funzionale e fornendo un ambiente che consente a tutti i sistemi corporei di operare in modo integrato”. In altri termini, la fascia è ciò che tiene insieme il nostro corpo.
Di cosa è fatta la fascia?
Come altri tessuti connettivi, la fascia è fatta principalmente di collagene, la proteina strutturale più abbondante del corpo. La fascia sembra essere visivamente un tessuto sottile, ma è composta da più strati di collagene. Tra ogni strato c’è lo ialuronano, meglio conosciuto come acido ialuronico, che agisce come lubrificante, consentendo la scorrevolezza tra i sottostrati di fascia e tra la fascia e il muscolo.
I diversi tipi di fascia
La fascia è classificata in diversi tipi, in base alla sua funzione e posizione nel corpo:
– Fascia superficiale: questo strato di fascia si trova proprio sotto la pelle e separa la pelle dal muscolo sotto di essa. La fascia superficiale isola, immagazzina il grasso e circonda i vasi sanguigni e i nervi.
– Fascia profonda: questo tipo di fascia è più denso e fibroso della fascia superficiale. La fascia profonda circonda le ossa, i muscoli, i tendini, i legamenti e i vasi sanguigni. Collega e fornisce un supporto essenziale a queste parti del corpo in movimento.
– Fascia neurale: spesso raggruppata nella categoria della fascia profonda, questa include gli strati meningei e i tessuti connettivi che avvolgono i nervi periferici.
– Fascia parietale: a volte raggruppata nella categoria della fascia profonda, la fascia parietale delimita le cavità del corpo, come il bacino.
– Fascia viscerale: questo tipo di fascia circonda gli organi delle nostre cavità toraciche e addominali. Supporta gli organi, come i polmoni, il cuore e il fegato e li mantiene in posizione.
Perché si verificano problemi a livello fasciale?
La fascia risponde al movimento, diventando più fluida con più dinamicità e più rigida con meno dinamicità. Quindi, la mancanza di movimento e uno stile di vita sedentario sono uno dei motivi più comuni per cui la fascia diventa rigida. La fascia diventa anche più spessa, più secca e più appiccicosa man mano che si irrigidisce, limitando il movimento o rendendolo meno confortevole.
Allo stesso modo, un range di movimento limitato e una cattiva postura possono portare a un ulteriore accorciamento della fascia. Se anche sei costante nell’attività fisica ma i tuoi muscoli sono cronicamente tesi e ti costringono ad assumere posture innaturali, con un range of motion limitato, la fascia in queste parti del corpo sarà sicuramente rigida.
I movimenti ripetitivi che sovraccaricano alcune aree del corpo possono causare la contrazione della fascia in quelle aree. Questo perché i muscoli di quelle parti del corpo si accorciano a causa di movimenti ripetuti nel tempo e basati su range limitati. Inoltre, lo sforzo prolungato di alcune strutture del corpo può portare allo sviluppo di aderenze fasciali.
Interventi chirurgici o lesioni pregresse possono causare danni strutturali immediati alla fascia. Se si può recuperare il movimento naturale dopo un trauma, la fascia può guarire, senza alcuna conseguenza cronica. Ma più il movimento è limitato dopo il trauma, più è probabile che la fascia guarisca in modo tale che la gamma di movimento possa essere limitata per sempre o che si possa innescare dolore cronico.
Le aderenze fasciali sono fili e fogli di fascia che si attaccano l’uno all’altro e/o ai muscoli, limitando il movimento articolare e causando dolore. Possono verificarsi a causa di uno qualsiasi dei seguenti fattori: immobilità, range di movimento limitato, movimenti ripetitivi e traumi. Nelle persone che mantengono un sano livello di attività, le aderenze fasciali vengono spezzate e riassorbite attraverso il movimento. Ma uno stile di vita sedentario permette alle aderenze di accumularsi e peggiorare fino a quando la gamma di movimento e la mobilità generale sono significativamente limitate.
Le aderenze limitano la capacità dei muscoli di rilasciarsi e allungarsi completamente. Nel corso del tempo, possono far sì che i muscoli diventino più contratti e che il disallineamento si sviluppi semplicemente perché i muscoli non sono in grado di muoversi per la loro intera gamma di movimento. Tuttavia, va notato che il più delle volte le aderenze fasciali si sviluppano a causa della tensione muscolare e dell’uso abituale (scorretto) del corpo e non il contrario.
Perché ci sono i nervi nella fascia e cosa fanno?
Ci sono molte terminazioni nervose sensoriali situate nella fascia. Alcune di queste terminazioni nervose, chiamate propriocettori, rilevano i cambiamenti nella posizione del corpo e nell’accelerazione delle sue diverse parti. Queste informazioni sensoriali vengono inviate al cervello, contribuendo a formare il nostro senso interno della posizione e del movimento del nostro corpo: la nostra propriocezione. Poiché la fascia si trova in tutto il nostro corpo, circondando ogni muscolo, tendine, legamento, osso e articolazione, è una ricca fonte di informazioni sensoriali e svolge un ruolo integrale nel nostro senso di propriocezione.
Le terminazioni nervose che inviano informazioni sul dolore al cervello, chiamate nocicettori, sono presenti anche nella fascia. È stato osservato che ci sono più nocicettori nella fascia patologica che nella fascia sana. In altre parole, man mano che la fascia diventa più contratta, secca e spessa, più si formano nocicettori, che inviano più informazioni sul dolore al cervello e, di conseguenza, ne aumentano la percezione. Questo ha senso da un punto di vista evolutivo; il nostro sistema nervoso vuole renderci consapevoli che la nostra fascia sta diventando troppo contratta a causa della mancanza di movimento o di un trauma occorso, quindi aumenta i segnali di dolore da inviare al cervello.
La fascia è anche densamente innervata con un tipo di terminazione nervosa sensoriale chiamata meccanorecettori, che rilevano il tatto, la pressione, l’allungamento e la vibrazione. I termorecettori, che rilevano le variazioni di temperatura, e i chemorecettori, che rilevano e rispondono agli stimoli chimici, sono stati trovati anche all’interno del tessuto fasciale. Altri tipi di terminazioni nervose sensoriali possono essere presenti anche nella fascia. Tutti questi recettori sensoriali contribuiscono al nostro senso dello stato interiore del nostro corpo: la nostra interocezione.
La seconda parte, la prossima settimana.
di Paola Miretta
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