In “Raffa in the Sky” l’opera è pop, il passato è futuro e a vincere è il teatro
Era ora che l’Italia si scuotesse con un titolo non necessariamente ottocentesco. Non me ne vogliano gli appassionati (la sono anch’io!) di Verdi, Puccini, Rossini…
Adesso, come del resto negli Stati Uniti – e non solo là – hanno capito da decenni, il coraggio di proporre anche storie contemporanee, omaggi speciali e vibranti, appartiene al Dna del Teatro Donizetti di Bergamo. Dove, e non potevo perdermi una recita, è andata in onda l’opera “Raffa in the Sky“. Titolo che dice già tutto.
Affascinante, coinvolgente, con il pubblico entusiasta. Tutti in piedi ad applaudire.
Un teatro meraviglioso, il Donizetti. In una città meravigliosa, Bergamo. In memoria di una star meravigliosa, Raffaella Carrà, più viva che mai nei nostri cuori e nella musica.
Il progetto, costruito per Bergamo Brescia Capitale della Cultura, in collaborazione con CeRTA, si erge sul libretto del celebre critico Alberto Mattioli (di recente ospite a Piacenza e a Pontenure) e Renata Ciaravino (un’altra garanzia); musiche dell’ottimo compositore Lamberto Curtoni e frizzante, ma soprattutto credibile, la protagonista Chiara Dello Iacovo, circondata da Carmela Remigio, Gaia Petrone, Dave Monaco, Haris Andrianos e Roberto Lorenzi, diretti da Carlo Boccadoro (quest’ultimo, uno dei miei miti in ambito musicale contemporaneo).
Valeva la pena essere lì, sentirsi parte di questa esperienza, che è anche tutta italiana, sociale, personale, familiare, infantile (per chi è della mia generazione ma anche per i numerosi bambini presenti). Il risultato è stato ben condotto, un grande successo che – si spera – possa non solo essere visto alla televisione (l’opera è andata in onda su Rai 5 e in streaming su Rai Play), ma girare nei teatri delle altre città.
A ricordarci che, accanto a Violetta, ci può essere anche la Raffa, in altrettanti costumi mozzafiato, indomiti acuti, passioni infinite.
Di quelle che, giustamente, non muoiono mai.
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