Joni “spezzacuore” Mitchell, se solo tu sapessi quanto ti amo…

 

Meno male che non se n’è accorto nessuno… Di quando, con le cuffie alle orecchie, ho pianto sotto la frangia. L’altro giorno, davanti al computer in redazione, mi cade l’occhio su un articolo di Variety. Racconta, tramite un video, la recente performance di Joni Mitchell, quando raggiunge le amiche Annie Lennox e Brandi Carlile sul palco della Hollywood Bowl. Canta tre classici – The Circle Game, Ladies of the Canyon, Shine – seduta su una poltrona degna di una regina, tenendo il ritmo con un bastone. Le treccine bionde brillano sotto un cappellino cipria. Clicco…
Attendo che il gruppo finisca il ritornello e poi arriva lei. Canta, strofa dopo strofa. Canta. Lo sottolineo proprio come scrisse David Crosby in un suo post, quando Joni riprese a cantare: “Lei può ancora cantare“. E il mondo tornare a sorridere, una volta ancora.
Ha ragione il biografo David Yaffe: “Non è un peso da poco, possedere qualcosa di così prezioso come il talento di Joni Mitchell. Significa che quella ragazza della prateria canadese sarebbe poi appartenuta al mondo, che le piacesse o no”.
Io credo le sia piaciuto, così come a Joni è sempre piaciuta la vita. La sua difficile, sorprendente, talentuosa, sensuale, coraggiosa, libera, musicale, artistica, lunga, tortuosa vita. Si sente ancora tutta la passione di vivere, in quelle sue strofe.
Per descrivere il suo talento occorrerebbe almeno un intero sito, altro che un blog!
E allora, solo grazie Joni. Grazie per avermi fatta piangere sulle tue parole, così intime, analitiche, ironiche, astute. E sui tuoi accordi, invenzioni che attraversano stati d’animo e li appoggiano su un pentagramma dalle linee infinite (non a caso, poi hai sposato anche il Jazz ed io, quella volta che un fidanzato disse “Ti regalo “Mingus” perché a me non piace“, ho capito che, a dispetto del gesto generoso, non era l’uomo giusto).
Ci sei sempre stata tu, nelle tue canzoni. Ma ci siamo sempre state anche noi. Tutte noi. Inclusa la mia adorata Stevie Nicks, che – non a caso – confessa: “Decisi di diventare una cantautrice da ragazza quando ascoltai Joni Mitchell“.
What a Circle Game!

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