La “New Nostalgia” fa rivivere ricordi ed esperienze felici attraverso il digitale
Quanto amiamo la nostalgia. Da qualche anno, i ricordi sono diventati un vero e proprio trend social, dove si moltiplicano a vista d’occhio canali e pagine dedicati al passato. Sebbene sia un sentimento che faccia parte da sempre dell’esperienza umana, è solo grazie all’avvento del mondo digitale che questo tipo di emozione si è amplificato a dismisura, diventando persino un elemento (anche privato) da condividere con gli altri – magari con lo scopo di creare un momento collettivo e condiviso. Molti ricercatori e psicologi parlano, infatti, di “New Nostalgia”, una tendenza secondo cui – grazie alla tecnologia del presente – è possibile rimetterci in contatto con il nostro passato. Se ci fate caso, sempre più spesso sui social ricorrono hashtag come #throwbackthursday: il Throwback Thursday o #TBT (letteralmente “Ritorno al passato del giovedì”) è una tendenza in cui il giovedì, gli utenti pubblicano sui social immagini nostalgiche – di un momento passato della loro vita, accompagnate dall’hashtag #TBT o #ThrowbackThursday. Molti di questi post fanno riferimenti a momenti positivi o divertenti, come vecchi look, oggetti del passato e persino canzoni – l’idea è che il messaggio comunicato dal post crei un effetto nostalgico da condividere con altri utenti, affinché a loro volta possano ri-condividere fotografie o un post dedicato al proprio passato.
Ma come è nato il Throwback Thursday? Come accade spesso con molti trend online, è difficile stabilire chi sia stato il primo ad adottare l’hashtag #TBT. Facendo una rapida ricerca su internet, si scopre che il primo utilizzo su Instagram dell’hashtag sia avvenuto da parte dell’utente @bobbysander22, nel suo blog dedicato alle snickers chiamato “Nice Kicks”. Secondo “Sports Illustrated”, una rivista sportiva statunitense che per prima si è occupata di “Nice Kicks”, il blog in questione ha iniziato a pubblicare regolarmente (il giovedì) foto di vecchie scarpe da basket nel 2006, intitolando la serie “Throwback Thursday”. Da allora, lo slogan è esploso al punto che #TBT è stato utilizzato su Instagram oltre 500 milioni di volte. Sebbene la tendenza abbia origini al di fuori dei social, non è difficile stupirsi che abbia moltiplicato la sua popolarità nel momento in cui piattaforme come Instagram e Twitter (ora X) hanno iniziato ad utilizzarla. In modo analogo, sui diversi canali social si è diffusa anche la tendenza del “Flashback Friday” (#FBF), che funziona proprio come il “Throwback Thursday”: gli utenti condividono vecchie foto e ricordi, spesso accompagnati da didascalie nostalgiche, favorendo un senso di connessione ed esperienze condivise con i propri follower. In altre parole, tali post fungono da capsule del tempo digitali, grazie alle quali vengono preservati ricordi preziosi e consentono alle persone di rivivere momenti significativi del proprio passato.
Ma la nostalgia non è solo condivisione di immagini della propria infanzia e adolescenza – che, secondo diversi studi, rappresentano i momenti della vita per cui una persona prova maggiormente sentimenti nostalgici: si tratta (anche) di un fenomeno commerciale di grande successo, in cui si assiste al ritorno di oggetti e prodotti che, nel tempo, sono diventati veri e propri feticci. Si pensi, ad esempio, al ritorno di molte piattaforme gaming del passato, come Nintendo Entertainment System o Super Nintendo Entertainment System: si tratta di piccoli scatolotti in plastica, in grado di riprodurre nei minimi dettagli le fattezze delle console videoludiche originali in scala ridotta, e che grazie all’uso di un emulatore – e dunque di un sistema digitale – permettono agli utenti di rigiocare vecchi titoli come il primo “Super Mario” o “Tetris”. Nel sistema di gioco, sono inoltre presenti filtri in grado di riprodurre i videogiochi come sui vecchi televisori a tubo catodico, per garantire un’esperienza autentica. Giusto per comprendere la portata del fenomeno: NES Mini ha venduto oltre 2.3 milioni di unità, mentre SNES Mini ne ha piazzate oltre 5.2 milioni. O ancora, si pensi a serie televisive come “Stranger Things” che hanno riscosso un enorme successo proprio facendo leva sulla nostalgia – nello specifico del serial dei Fratelli Duffer, gli anni Ottanta – e questo grazie ad un uso sapiente della musica o a riferimenti alla cultura popolare dell’epoca, riportando in auge aspetti che sembravano sepolti da tempo. Proprio in merito a “Stranger Things”, è molto interessante il caso di “Running Up That Hill”: il brano di Kate Bush – famosissimo nel 1985 – ha assistito ad una seconda importante rinascita nel 2022, dopo essere stata una delle canzoni ricorrenti all’interno della quarta stagione della serie. Secondo una rilevazione di Spotify, la popolare piattaforma streaming musicale, le riproduzioni della canzone sono aumentati del 9.900% negli Stati Uniti in concomitanza con il lancio di “Stranger Things 4” e il 22 giugno 2023 ha raggiunto il miliardo di stream totali sulla piattaforma.
A conferma del suo successo, la canzone di Kate Bush è stata ripubblicata il 1° settembre 2022 come singolo in Cd per la prima volta, utilizzando la copertina originale del singolo in vinile e comprensivo del lato B “Under the Ivy”; ebbene, la canzone ha venduto 1.077.284 unità solo nel Regno Unito quell’anno. E che dire del ritorno di vecchi dispositivi come il walkman, la macchina fotografica a pellicola (a partire dalle amatissime Polaroid) o, ancora, dei cellulari senza connessione a internet? Questi ultimi sono diventati particolarmente di moda negli Stati Uniti tra i Gen Z (ossia i nati tra i medio-tardi anni Novanta del XX secolo e i primi anni Duemiladieci), i quali praticano vere e proprie sessioni “detox” dagli smartphone, utilizzando telefonini disconnessi da internet – proprio come negli anni Novanta. Un altro trend molto diffuso della “New Nostalgia” sono i canali su Facebook o Instagram in cui vengono caricati vecchi spot pubblicitari o oggetti che hanno fatto parte della nostra infanzia o adolescenza. Ce ne sono diversi e tutti suddivisi per fasce d’età, anche se quelli che trovano maggiori follower sono quelle dedicate agli anni Ottanta e Novanta, ossia pensate per i “Millennials” – per cui si intende la generazione nata negli ultimi due decenni del primo Millennio – che, a quanto pare, sono coloro che risentono maggiormente il fascino della nostalgia – o, semplicemente, sono coloro che sono più propensi a spendere per rivivere quella che era un’epoca, a loro modo, perfetta. Ciò che è interessante del fenomeno della “New Nostalgia” è il connubio tra vecchio e nuovo, tra analogico e digitale: i nostri dispositivi digitali assumono le sembianze di veri e propri portali spazio- temporali, che ci permettono di catapultarci in un passato che ci sembra sempre più vicino proprio grazie all’immediatezza di una semplice ricerca su Google in un paio di clic. Che si tratti di riscoprire canzoni amate dei decenni passati o archivi virtuali pieni di artefatti culturali di epoche quasi dimenticate, la tecnologia ha reso democratica l’esperienza nostalgica, rendendola più accessibile che mai. Accessibile, ma soprattutto necessaria per ritrovare un nostro benessere interiore.
Secondo una ricerca condotta dal “Journal of Personality and Psychology”, la nostalgia – pur essendo spesso percepita come un’emozione agrodolce – è in realtà qualcosa che ci fa stare bene. Secondo lo studio, infatti, la nostalgia è spesso associata a un senso di significato nella vita e contemporaneamente aumenta il nostro senso generale di scopo e realizzazione – e, dunque, può influenzare positivamente diversi aspetti della nostra vita. In particolare, è proprio grazie alla possibilità di affondare in contenuti nostalgici che riusciamo a esorcizzare lo stress e le pressioni del presente, trovando conforto e rassicurazione in ciò che abbiamo amato in un momento che consideriamo spensierato della nostra esistenza.
È davvero così?
Fabrizia Malgieri
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