Lo dice anche la scienza: i giochi da tavolo offrono aiuto all’apprendimento
Quando si parla di “serata giochi da tavolo” sembra di essere tornati agli anni ‘80. Tra serie tv in streaming, smartphone e videogiochi, perché una famiglia dovrebbe riunirsi intorno a un tavolo per dedicarsi a un intrattenimento analogico che richiede tempo, pazienza e concentrazione? La risposta a questa domanda arriva dalla ricerca scientifica ed è molto semplice: perché aiuta nell’apprendimento soprattutto ai giocatori più giovani.
I ricercatori della Pontificia Universidad Catolica de Chile, hanno esaminato quasi 20 studi risalenti al 2000, che analizzavano il rapporto tra matematica e giochi da tavolo. La ricerca prevedeva che i bambini partecipassero a sessioni ludiche della durata di 20 minuti per due volte alla settimana e poi svolgessero alcuni esercizi con i numeri.
I risultati, pubblicati sulla rivista Early Years, hanno rivelato come le competenze matematiche dei giovanissimi soggetti migliorassero significativamente dopo aver giocato.
Altre ricerche hanno messo in luce come i giochi da tavolo siano uno strumento sensazionale per aiutare i bambini e gli adolescenti a creare nuovi collegamenti e percorsi neurali che a loro volta migliorano le loro capacità accademiche.
Per innescare questo processo di apprendimento “nascosto”, non è necessario rivolgersi esclusivamente a quei prodotti pensati specificatamente con un intento educativo, perché anche un passatempo semplice come il Gioco dell’Oca può svolgere questa funzione. Un giocatore in età prescolare si troverà infatti a dover addizionare a ogni turno il risultato dei due dadi tirati e questo lo porterà a migliorare nel conteggio, nel fare addizioni e nella capacità di riconoscere se un numero è più alto.
Il classico Monopoli è eccezionale per insegnare ai bambini le basi della gestione del denaro e della pianificazione finanziaria, mentre il Cluedo favorisce lo sviluppo del pensiero critico.
Molti titoli che apparentemente sembrano solo divertenti passatempi, possono avere un valore didattico come, ad esempio, il Labirinto Magico. Nel gioco si usano delle tessere che possono, nei turni successivi, bloccare gli avversari, favorendo così la capacità di prevedere i risultati e la probabilità che si verifichino determinati scenari. Un altro gioco eccezionale per migliorare le capacità matematiche dei più piccoli è Super Farmer, creato durante la Seconda Guerra Mondiale dal matematico Polacco Karol Borsuk. Qui i giovani sfidanti perfezionano le loro capacità di calcolo scoprendo come valutare i rischi e le opportunità mentre gestiscono una fattoria e proteggono i loro animali da lupi e volpi.
Ci sono poi aspetti comuni a tutti i giochi da tavolo che aiutano a formare il carattere, primo tra tutti l’elemento d’interazione sociale ‘dal vivo’, ma anche l’importanza della pazienza: per vincere serve infatti sapersi concentrare su una strategia anche nei lenti tempi di gioco.
I board games sono un’occasione perfetta per entrare in contatto e aprirsi; inoltre, aiutano a mostrare il lato creativo della personalità in modo non invadente, rivelandosi uno strumento straordinario per i bambini timidi perché giocare li aiuta a sviluppare un più forte senso di individualità e creatività. Questo porta a una maggiore autostima e alla sensazione di essere inclusi e notati.
Alla luce di tutto questo, forse ristabilire l’anacronistica “serata board games” potrebbe rivelarsi una decisione saggia per formare una nuova generazione e, nel contempo, rafforzare i legami familiari!
di Carlo Chericoni
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