L’Ora di cinema, giornata 4: padri assenti, padri presenti, padri comunque ingombranti
La quarta giornata de “L’Ora di cinema”, il Festival per la Scuola organizzato da Fondazione Fare Cinema, presieduta da Marco Bellocchio e diretta da Paola Pedrazzini, in collaborazione con il Liceo Classico Melchiorre Gioia, si è aperta con una pietra miliare della storia del cinema “I pugni in tasca” di Marco Bellocchio, dove non solo non c’è traccia di padri, ma c’è un figlio che vuole sterminare tutta la famiglia. Accogliamo la lettura brillante che ne ha fatto Anton Giulio Mancino nel suo intervento, ovvero che la follia del protagonista sia una maschera, che la famiglia sia vista come costrizione, e quindi come qualcosa dal quale liberarsi al pari degli oggetti, al pari delle convenzioni borghesi, sappiamo bene comunque che, una volta che l’hai visto, qualunque lettura tu ne faccia, qualunque interpretazione, storica o personale tu preferisca fare, da “I pugni in tasca” non ti liberi più.
Molto più pacato, anche se improntato sui miti greci che sono opere che grondano sangue, l’intervento speciale dell’attore Gioele Dix, che ha affrontato Edipo e gli ha fatto (giustamente) colpevolizzare il padre per averlo abbandonato nello spettacolo “Edipo.com”, che ha valorizzato il figlio Telemaco sempre messo in ombra da un padre Ulisse assente eppure presentissimo (e infatti chi li legge mai i primi quattro canti dell’Odissea? Vogliamo tutti le gesta, il coraggio, la sfrontatezza, l’avventura, l’amore, gli uomini trasformati in maiali), nello spettacolo con il quale è attualmente in tour, “Vorrei essere figlio di un uomo felice”, e che ha raccolto la testimonianza del proprio padre, ragazzino ebreo nella Milano delle leggi razziali costretto a scappare in Svizzera, trasformandole in un libro “Quando tutto questo sarà finito”.
© Copyright 2024 Editoriale Libertà
NOTIZIE CORRELATE