Metaphor: ReFantazio e i Jrpg: il Giappone videoludico è un trend
In occasione del lancio del nuovo titolo di Atlus, scopriamo perché i Japanese Role-playing game sono ancora di tendenza
Videogiochi e Giappone: un binomio che, ancora a distanza di anni, continua ad essere un fenomeno di culto. Nonostante anche in Occidente abbia forgiato oramai un proprio percorso e una sua identità, il medium interattivo per eccellenza resta ancora fortemente legato alle sue radici, che affondano saldamente nell’impero nipponico, dando vita ad opere di spessore ideate da grandi autori visionari. Sono numerose le saghe che gli studi giapponesi hanno sfornato in tutti questi anni, e questo ancor prima che il videogioco diventasse profondamente mainstream come avvenuto negli ultimi 30 anni, e che hanno mantenuto intatta la propria natura al punto da costruire veri e propri generi e sottogeneri – come i Jrpg, ad esempio – che si sono consolidati nel tempo.
Ma cosa sono i Jrpg? Di fatto, l’acronimo sta per Japanese Role- playing game (giochi di ruolo giapponesi) e si intendono tutti quei videogiochi che afferiscono al genere dei giochi di ruolo, ma che vantano caratteristiche molto precise – “molto nipponiche”, appunto. In primo luogo, le loro meccaniche di combattimento: ogni qualvolta l’avatar interpretato dal giocatore si imbatte in un nemico o in un mostro, l’azione di gioco viene sospesa per essere catapultati in un’area temporanea in cui avviene il combattimento. Quest’ultimo avviene a turni e ogni videogioco ha sue regole e meccaniche precise, che differiscono di volta in volta: durante il proprio turno ogni giocatore sceglie un’azione e, finito il turno, riceve un attacco dal mostro, e così via fino alla sconfitta di una delle due fazioni.
Un’altra caratteristica imprescindibile dei Jrpg – forse anche quella più evidente e che garantisce loro quel tono fortemente nipponico – sono la grafica e la trama: i personaggi sono tratteggiati con uno stile che ricorda quello degli «anime» giapponesi (solitamente con accessori, acconciature e armature particolarmente vistosi e occhi giganteschi), così come le loro storie in cui risuonano le trame delle opere di grandi mangaka nipponici. Non solo: oltre a trame sapientemente intrecciate e ricche di colpi di scena, i videogiochi Jrpg vantano una forte caratterizzazione psicologica dei personaggi e una grande varietà di ambientazioni e situazioni. Tra i titoli che hanno riscosso maggiore successo negli anni, e questo anche grazie alle loro unicità, ci sono franchise popolari come “Final Fantasy”, “Dragon Quest”, “Xenoblade”, “Fire Emblem”, “Shin Megami Tensei”, “Chrono Trigger” e, non ultimo, “Persona”. Quest’ultimo, in particolare, si è ritagliato nel tempo un vasto seguito di appassionati e questo grazie anche alle sue meccaniche di gioco particolarmente inedite, che si affidano ad alcuni fondamenti di psicologia analitica. La serie, infatti, racconta storie di gruppi di adolescenti che hanno abilità speciali in grado invocare alcuni aspetti della loro psiche e tramutarli in esseri viventi, conosciuti, appunto, come “Persona”.
L’attenzione all’aspetto psicologico dei personaggi, che lavora in modo sinergico con le loro stesse skill, hanno permesso a “Persona” di diventare una delle serie più amate dai videogiocatori, e ad oggi anche uno dei franchise di genere più venduti. Dagli stessi creatori di “Persona” (il game director Katsura Hashino, il character designer Shigenori Soejima, e il compositore Shoji Meguro), proprio oggi è uscito il nuovo “Metaphor: ReFantazio”, un’avventura con protagonista un aspirante al trono in un regno fantasy popolato da diverse razze. Dopo la morte del precedente monarca, il nuovo sovrano viene scelto tramite elezioni basate sulla popolarità, dando il via all’ascesa al potere del protagonista del gioco. Nonostante la sua ambientazione fantastica, uno degli aspetti affascinanti di “Metaphor: ReFantazio” risiede nelle straordinarie connessioni con il mondo reale contemporaneo: l’universo di gioco è, infatti, caratterizzato da temi come l’intolleranza e l’ingiustizia sociale, in cui serpeggia tra le sue pieghe la piaga del razzismo. “Metaphor”, infatti, rispetto al franchise “Persona” è un prodotto più maturo, più “adulto” per certi versi: come ha avuto occasione di spiegare il director Hashino in diverse interviste, l’esperienza di “Metaphor” verte maggiormente su una narrazione incentrata sugli adulti, avendo come elemento in background l’elezione del re; questo ha significato anche una maggiore focalizzazione sul raf-forzamento dei legami tra i personaggi al fine di acquisire vantaggio politico nelle diverse regioni del Regno di Euchronia. In altre parole, era più importante dare priorità al supporto delle comunità al protagonista rispetto a storie dal sapore sentimentale che si consumano tra gli adolescenti di “Persona”. Un respiro più politico e meno romantico che, per certi versi, permette a “Metaphor: ReFantazio” di essere un nuovo videogioco Jrpg da tenere d’occhio, soprattutto per chi è alla ricerca di un’esperienza di gioco che abbia connessioni profonde con la crudezza del mondo reale. Il titolo è ora disponibile su Pc, PlayStation 4/5 e Xbox Series.
di Fabrizia Malgieri
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