Non solo Coppi e Bartali, Callas e Tebaldi: leggetevi il gustoso “V e W” di Larovere e Faini
E’ davvero un duello gustosissimo, che non a caso include anche un processo letterario, quello del libro “V e W” del verdiamo Fabio Larovere e del wagneriano Andrea Faini, edito da Cielivibranti. I nomi degli autorevoli studiosi già bastano ad orientare il lettore per assaporare da un lato un volume leggibile e molto piacevole, non uno di quei saggi-mattone adatti solo agli esperti, ma dall’altro anche un testo serio, che affronta i principali tratti biografico-musicali dei due massimi operisti dell’Ottocento – e non solo. Musicisti in senso stretto? Proprio no! Di Verdi potremmo ribadire non solo il valore umano e politico, ma addirittura, essendo questo il sito della Libertà di Piacenza, il suo ruolo di contadino, agricolo e benefattore in quel di Villanova sull’Arda, dove scelse di vivere a Villa Sant’Agata (dimora che lo Stato sta cercando di acquistare per risanarla e riaprirla al pubblico, con splendido parco annesso).
Torniamo al libro – qualora pensaste che la sottoscritta parteggi, come Larovere, per Verdi, avreste ragione – il cui sottotitolo ci presenta, oggettivamente, la grandezza intellettuale, e soprattutto l’eredità, di Wagner nella cultura tedesca e mondiale: “Perché non possiamo fare a meno di Giuseppe Verdi e Richard Wagner“. Appunto. Non se ne può fare a meno, cari miei, se si ama la musica. Certo i gusti sono gusti, un po’ come nel caso della Callas o della Tebaldi o ancora, in ambito sportivo, Fausto Coppi o Gino Bartali, ma i due autori conducono per mano il lettore in un ripasso, o addirittura in un primo assaggio (il libro è divulgativo, adatto agli studenti delle superiori, dove tra l’altro la musica non si studia – in Italia, sic) delle opere di Verdi e Wagner, dei loro personaggi, dei testi e delle filosofie di riferimento, del contesto storico. Il tutto con un risultato brillante e personale, duale e, in qualche modo, confluente, magari in virtù dell’amicizia tra Larovere e Faini, un po’ come in un concerto pianistico a quattro mani.
A Piacenza, nel foyer del Teatro Municipale, c’è stata tra l’altro una brillante presentazione, in cui le domande incalzanti del grande esperto, critico e saggista Alberto Mattioli (che ha firmato la prefazione del libro ed è, a sua volta, simpaticissimo) hanno reso l’evento ancor più accattivante.
Lo si legge con calma, ma anche tutto d’un fiato. Vi farà venir voglia di inserire, di volta in volta, tanti capolavori nel vostro lettore Cd. Provare per credere.
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