Nostalgia, adolescenza e videogiochi anni ’80 col romanzo di Rekulak

The Impossible Fortress diventa è una potente metafora per raccontare la complessità di un’età particolare

L’avventura del giovane Billy Mavin ha un inizio alquanto inaspettato, nel momento in cui il suo amico Alf irrompe in casa, esclamando che: « Il suo sedere è sulla copertina!». La copertina è quella del famosissimo magazine PlayBoy. Il sedere è quello di Vanna White, presenza costante nel gioco televisivo Wheel of Fortune (la ruota della fortuna). Billy, Alf E Clark (un altro loro amico) devono procurarsi a tutti i costi quel numero di Play-Boy, ma non è certo un’operazione semplice per tre ragazzini che vivono in una piccola cittadina del New Jersey. Soprattutto considerando che è il 1987. È infatti questo l’anno in cui è ambientata la storia di The Impossible Fortress, romanzo di formazione scritto da Jason Rekulak e pubblicato nel 2017. È un romanzo che, a dispetto del suo incipit, è molto legato ai videogiochi. Billy Mavin è infatti un programmatore autodidatta. Come intuibile dalle premesse narrative, anche questa sua capacità è un tentativo di sfogare l’esplosione ormonale dell’adolescenza, visto che realizza un videogioco chiamato Strip Poker With Christie Brinkley, per il Commodore 64. Per inciso, sono effettivamente esistiti alcuni Strip Poker per Commodore 64, sebbene questo specifico gioco sia un’invenzione dell’autore del libro. Sempre per inciso, la famigerata copertina di PlayBoy è reale: nel numero di maggio 1987 c’era effettivamente Vanna White sulla cover del magazine. Nel paesino in cui vivono Billy e i suoi amici c’è un solo posto in cui è possibile acquistare Play-Boy, ed è il negozio di Sal Zelinsky. I tre ragazzi sono troppo giovani per acquistarlo e non conoscono nessuno che li possa aiutare. Mentre escogitano una serie di piani più o meno strampalati, Billy scopre che Sal Zelinsky ha una figlia di nome Mary, che possiede un Commodore 64 ed è appassionata di videogiochi. Sembra l’occasione perfetta: se Billy diventerà amico di Mary potrà infiltrarsi nel territorio nemico e mettere le mani sull’ambito PlayBoy. Il piano prende una piega inaspettata, visto che Billy e Mary diventano realmente amici e decidono di lavorare insieme a un videogioco che si chiamerà The Impossible Fortress. Senza fare ulteriori spoiler sulla trama del romanzo, la storia prosegue tra varie vicissitudini, parlando di lealtà, tradimento, senso di appartenenza e della necessità di trovare il proprio posto nel mondo.

Leggendo il romanzo di Jason Rekulak, la prima cosa che salta all’occhio è la sua vena nostalgica. Come hanno sottolineato moltissimi lettori, l’opera ricostruisce con grande efficacia la vita e i pensieri di un adolescente medio di fine anni ’80. E lo fa senza dover ricorrere a un eccessivo citazionismo di prodotti o personaggi dell’epoca. Il romanzo va invece a concentrarsi su una serie di situazioni che sono quasi archetipiche, per moltissime persone che hanno affrontato l’adolescenza durante quegli anni. Scavando poi un po’ più a fondo nel testo, ci si rende anche conto che i videogiochi non sono inseriti a caso. La programmazione dell’ambizioso The Impossible Fortress diventa una potente metafora per raccontare la complessità dell’adolescenza, con i suoi successi e i suoi fallimenti. La storia di Billy è una riflessione su come le scelte, anche quelle compiute per immaturità o pressione sociale, possano avere conseguenze profonde sulle relazioni e sulla crescita personale, come si vede nel suo rapporto con gli amici, con Mary e con il videogioco che sta creando.

di Francesco Toniolo

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