Quattro sotto un tetto e musica al top, il film manifesto dei ’90 non ha preso una ruga

I protagonisti del film Ethan Hawke e Winona Ryder

Una colonna sonora ha il potere di scavare nel profondo dei sentimenti umani, amplificare la gioia e al tempo stesso premere sull’acceleratore della malinconia, suscitando un coinvolgimento emotivo totale nello spettatore. In molti casi, la colonna sonora è diventata spartiacque, capace di determinare il successo o il fallimento di una pellicola. Le note giuste, al momento giusto, non solo accompagnano le immagini, ma le completano, dando loro nuova linfa, trasformando una semplice scena in un’esperienza, spesso indimenticabile, che lascia il segno nella memoria e nel cuore di chi guarda. Un esempio calzante può risultare la commedia sentimentale “Giovani, carini e disoccupati” che ha compiuto 30 anni (sul grande schermo la pellicola uscì nel 1994, ndr), una ricorrenza che celebra non solo il film in sé, ma anche la sua iconica colonna sonora in grado di sottolineare un’epoca in una riflessione dolceamara sulla condizione di una generazione che si affaccia al mondo adulto. Una storia che fa parte dell’esistenza, che ti avvolge e ti sorprende, una storia di uomini e donne, di incontri e destini intrecciati, di opportunità colte al volo e porte che si aprono all’improvviso. La pellicola, conosciuta con il titolo originale “Reality bites”, ha segnato il debutto alla regia di Ben Stiller e si è rapidamente affermata come un cult per una generazione in bilico tra la fine degli studi e l’ingresso nel macrocosmo adulto. Il film segue le vicende di quattro neolaureati (Winona Ryder, Janeane Garofalo, Ethan Hawke e Steve Zahn) che si trovano ad affrontare le difficoltà e le incertezze del mondo adulto.

Nella colonna sonora anche Il gruppo new wave “The Knack”

Appena usciti dall’università, i protagonisti cercano di trovare il loro posto in un universo in costante evoluzione, tra sogni infranti, relazioni complicate e disillusioni legate alla quotidianità. Una realtà da mastica e ingurgita che si fatica talvolta ad assaporare, una realtà che a tratti “morde” come suggerisce il titolo originale. La protagonista, Lelaina (Ryder), è una giovane aspirante regista che sogna di realizzare documentari, ma si ritrova a lavorare come assistente di produzione per un programma tv superficiale. Nel tentativo di immortalare le esperienze e le emozioni dei suoi amici, Lelaina utilizza la sua telecamera come uno strumento di introspezione e riflessione, registrando le loro storie e il loro vissuto. Accanto a lei, troviamo Troy (Hawke), il classico ribelle tormentato, disilluso e cinico, che non riesce a trovare un lavoro stabile e si nasconde dietro un atteggiamento distaccato e ironico. Poi Vickie (Garofalo), che lavora in un negozio di abbigliamento e vive con la costante ansia di non sapere dove la porterà il futuro. E infine Sammy (Zahn), il più tranquillo del gruppo, che cerca di fare i conti con la sua identità e le sue incertezze personali. Uno degli elementi distintivi del film è senza dubbio la sua colonna sonora, curata nei minimi dettagli e ricca di brani che rappresentano perfettamente l’epoca degli anni ‘90. Con pezzi iconici che spaziano dal rock al pop, la musica diventa parte integrante della narrazione, non solo come sottofondo alle vicende dei protagonisti, ma come vero e proprio riflesso delle loro emozioni e della cultura giovanile di quel periodo. Spicca “All I want is you” degli U2, tratto dall’album Rattle and Hum, che assorbe l’atmosfera degli anni ‘90 e il sentimento di una generazione in cerca di se stessa. La musica, che si intrecciava perfettamente con i fotogrammi, ha lasciato un’impronta indelebile nel cuore del pubblico, rendendo “Giovani, carini e disoccupati” non solo un film, ma una testimonianza. Il brano di Bono risuona con forza in una delle scene più intense e memorabili del film, avvolgendo l’atmosfera con una potenza emotiva che amplifica ogni sguardo, ogni gesto, ogni silenzio. Le note vibranti e la voce inconfondibile del leader degli U2 riescono a catturare l’essenza del momento, sottolineando la drammaticità delle emozioni vissute dai protagonisti. È come se la canzone stessa diventasse un personaggio a sé. C’è una scena madre in cui si ascolta il pezzo: la musica non è solo un sottofondo, ma un battito pulsante che accompagna la storia, ne definisce il ritmo e lascia un’impronta.

Hawke e Ryder in una scena del film

Si prosegue l’ascolto con una carrellata di brani portanti che ancora oggi solleticano i meccanismi della memoria, risvegliando ricordi ed emozioni a partire da “Rock and roll (The hey song) part 2” di Gary Glitter, il più grande successo del cantante glam rock inglese degli anni Settanta, che ha recentemente ritrovato nuova vita in una memorabile scena di “Joker” con Joaquin Phoenix. Segue poi “My Sharona” dei The Knack, con uno dei riff di chitarra più imitati di tutti i tempi, che ha contribuito a rendere il brano indimenticabile e capace di trascinare chiunque si imbatta in quelle armonia. Non manca il tocco reggae di “Baby I love your way” dei Big Mountain, una melodia che evoca atmosfere rilassanti e spensierate. E infine, la colonna sonora si espande, abbracciando il respiro di orizzonti lontani, tra incudini e farfalle, con “Stay” di Lisa Loeb & Nine Stories, ballata delicata e malinconica, un viaggio introspettivo di emozioni autentiche.

di Matteo Prati

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