Schiaffo alla censura! Finalmente senza tagli l’incubo “gore” di Fulci
Scordatevi di vederlo in versione integrale alla tv e correte invece a procurarvi il bluray. “Lo squartatore di New York” director’s cut esiste solo sui dischi targati Rustblade. Qui gli unici tagli sono quelli inferti dal serial killer e non dalla censura. Il thriller più feroce e sanguinario di Lucio Fulci, grazie all’alta definizione, guadagna ulteriori punti. Una sequenza per tutte: l’omicidio al live sexy-show, con lo squarcio di luce rossa sulla vittima Zora Kerowa avvolta nel verde del camerino. Il direttore della fotografia Luigi Kuveiller è un autentico maestro.
«Sono orgoglioso di questo recupero – esordisce Stefano Rossello, titolare della Rustblade di Legnago, in provincia di Verona -. Abbiamo restituito agli appassionati alcuni minuti preziosi del film uscito al cinema nel 1982 e quasi sempre maltrattato in home video».
Sequenze tra l’altro importanti per la comprensione del thriller…
«Proprio così. Io cito sempre, come esempio, la scena tra poliziotto e psicologo. Fate attenzione: il loro dialogo rivela particolari nient’affatto secondari. Il nostro bluray deriva dal master Videa che rispetta la versione voluta dal regista».
Rustblade è un’etichetta indipendente nata nel 2001, nota per le colonne sonore. Come nasce la sfida dell’home video?
«Prima dello “Squartatore” abbiamo pubblicato “Le cinque giornate” di Dario Argento (inedito in hd) e “Contamination” di Luigi Cozzi (mai uscito in dvd), due rarità che ci hanno dato grandi soddisfazioni. Ma tutto nasce dal successo del dvd “Zio Tibia – Il documentario”, dedicato al celebre pupazzo delle notti horror di Italia1. Da qui ho deciso di fare il salto, concentrandomi sui cult movie italiani magari reperibili all’estero però ancora inediti in patria. Ringrazio soprattutto Cozzi che si è reso disponibile a darmi una mano per reperire i diritti».
Può anticipare i prossimi titoli?
«Sarà un 2024 pieno di sorprese per gli appassionati: si parte a marzo con “Santa Sangre” di Alejandro Jodorowsky, poi l’attesissimo docufilm sull’horror tricolore anni ’80 “Il tempo del sogno” di Claudio Lattanzi, “Due occhi diabolici” di Dario Argento/George A. Romero e “Deliria” di Michele Soavi».
L’edizione dello “Squartatore” è particolarmente curata: siete stati premiati dagli appassionati?
«Siamo usciti prima di Natale e tuttavia le richieste non si fermano. Incredibile quante persone non abbiano mai visto questo titolo fondamentale. Sabato prossimo, 17 febbraio, accontenteremo pure i fan che ci chiedono di poter gustare il thriller di Fulci sul grande schermo: lo proietteremo al festival Giallo Berico, a Ponte di Barbarano, in provincia di Vicenza».
Stavolta sono felici anche i collezionisti più esigenti…
«Ho voluto una sezione extra particolarmente robusta, inserendo l’intervento critico di Davide Pulici di “Nocturno”. Inoltre Federico Caddeo di “Freak-O-Rama” mi ha fatto un grande regalo con le intervista a Cinzia De Ponti e Howard Ross (… e sarà un piacere ritrovare Ross a “Giallo Berico”). Ciliegina sulla torta, abbiamo riempito le collector’s edition con gadget, card, booklet e pure il cd con la colonna sonora. Dal prossimo film avremo tra i contributor pure Federico Frusciante, un valore aggiunto per i nostri futuri dvd e bluray».
Lunga vita all’home video!
«Rustblade ci crede parecchio, forte anche di una solida presenza sui mercati esteri in oltre 20 anni di attività. Con il film di Lattanzi sbarcheremo negli Usa. La mia curiosità per gli horror – nata nei primi anni ’90 proprio grazie ai “Venerdì con Zio Tibia” in tv – è definitivamente diventata il mio lavoro. Quanta strada, se penso che è partito tutto dal mio negozio di dischi a Legnago!».
Ma continuerete con le colonne sonore?
«Certo! La nostra ultima raccolta “Dario Argento collection – Claudio Simonetti’s Goblin” sta andando a gonfie vele. Ne vado molto orgoglioso perché ho curato personalmente la tracking list con brani inediti. Nei miei sogni c’è la compilation delle musiche dei film di Fulci».
In futuro proporrete altre pellicole di Fulci in hd?
«Mi piacerebbe pubblicare “Manhattan Baby” e soprattutto “Un gatto nel cervello”, mio cult personale. Lo adoro per l’idea di cinema che Lucio ha voluto trasmettere, lo considero il suo film-testamento (anche se il mio preferito in assoluto resta “Sette note in nero”). L’altro maestro del gotico che vorrei prima o poi esplorare è Pupi Avati, vedremo».
di Michele Borghi
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