Tethys Space Dungeon, un’avventura spaziale per tutta la famiglia
Stimolare lo sviluppo cognitivo, migliorare le abilità sociali, insegnare il rispetto delle regole e creare momenti di qualità sono solo alcuni dei benefici di organizzare regolarmente una serata di giochi in famiglia. Un’idea splendida, certo, ma non sempre facile da realizzare, soprattutto per la difficoltà di convincere i più giovani a distogliere l’attenzione dallo smartphone e sedersi attorno a un tavolo.
Un approccio efficace può essere quello di proporre un gioco che, per dinamiche e linguaggio, abbia qualcosa in comune con i loro amati videogiochi. Tethys Space Dungeon della Little Rocket Games ha tutte queste caratteristiche, racchiuse in una suggestiva ambientazione spaziale e arricchite da una grafica in stile fumetto, dove eroi galattici affrontano pericolosi mostri alieni.
Lo scopo del gioco è completare le dieci missioni presenti nel manuale per scoprire perché sono state interrotte le comunicazioni con una colonia mineraria su Tethys, una delle lune di Saturno. Ogni partita inizia con la scelta di un personaggio, selezionabile tra sette diversi eroi, e il suo posizionamento su una tessera esagonale di partenza. Durante il turno, il giocatore può eseguire due azioni, scegliendo tra movimento e attacco. Il movimento permette all’eroe di spostarsi fino a un massimo di caselle indicato sulla scheda del personaggio. Questo gli permette di esplorare nuove stanze che verranno fisicamente collocate sul tavolo dopo averle prese da una pila di tessere mescolate in precedenza e saranno popolate casualmente da nuove minacce aliene.
L’attacco, invece, serve per affrontare gli avversari ed eliminare le uova aliene che infestano la base. Il sistema di combattimento è semplice ma soddisfacente: si lanciano dadi di diversi colori (verde, rosso o blu) a seconda delle armi e dei potenziamenti equipaggiati; il totale ottenuto verrà poi utilizzato per cercare di azzerare i punti vita di quanti più mostri presenti nella stanza. Se i nemici non vengono eliminati completamente, questi contrattaccano, abbassando l’energia dei personaggi. Proprio come in un videogame, ogni nemico sconfitto lascia anche un “loot” o bottino, un oggetto che i giocatori possono utilizzare per potenziare il proprio eroe.
Interessante notare come il regolamento di Tethys sia stato pensato appositamente per evitare di complicare i turni di gioco. Infatti, oltre alle limitate opzioni disponibili per i giocatori, non è presente un “turno dei cattivi”, i quali non si spostano mai dalla stanza in cui appaiono e non eseguono attacchi extra. Anche le regole che determinano quali avversari possano essere bersagli delle vostre armi sono estremamente semplici e intuitive. Tutto questo fa sì che, tra l’emozione di scoprire una nuova stanza e il fremito di lanciare i dadi per combattere, l’esperienza assomigli molto a quella di un videogame, con tanto di “boss” finale in attesa alla missione 10.
Il gioco è di tipo cooperativo: tutti gli eroi guidati dai partecipanti devono collaborare per ripulire efficacemente le stanze dai nemici e vincere insieme. È una meccanica perfetta per eliminare l’ansia da competizione nei più piccoli e un metodo efficace per innescare discussioni intorno al tavolo su chi deve prendere certi potenziamenti, chi deve esplorare nuove stanze e chi deve occuparsi di affrontare gli alieni. Il fatto che il gioco sia espressamente pensato come passatempo in famiglia si evince anche dalle conseguenze di uno scontro andato male: infatti, perdere tutte le tacche nell’indicatore di energia vitale non elimina l’eroe dal gioco, ma comporta solo penalità sul numero di caselle di cui è possibile muoversi e sul quantitativo di dadi da lanciare in attacco. Solo se tutti gli eroi arrivano a zero energia sarà “game over”. Questa regola esclude il rischio che qualcuno venga eliminato ed evita qualsiasi frustrazione o nervosismo dovuto a un lancio di dadi sfortunato.
Tethys non è certo il titolo di esplorazione labirinti (dungeon crawler) più complesso sul mercato, ma proprio per questo è perfetto per avvicinare i più giovani ai board games, una tipologia d’intrattenimento sicuramente meno immersiva di quella proposta dai loro giochi su smartphone, ma comunque ugualmente divertente e in grado di coinvolgere l’intera famiglia.
di Carlo Chericoni
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