The Hex: dal classico teatro di Luigi Pirandello al mondo dei videogame

Progettato da Daniel Mullins nel 2018, protagonisti i sei personaggi creati dallo sviluppatore Lionel Snill. Il finale si basa sui loro rapporti

Se, nel momento culminante, proprio quando la marionetta che rappresenta Oreste è per vendicare la morte del padre sopra Egisto e la madre, si facesse uno strappo nel cielo di carta del teatrino, che avverrebbe?». Sono le famose parole che si leggono nel romanzo Il fu Mattia Pascal di Pirandello. Il protagonista Adriano Meis (il Mattia Pascal del titolo, dopo che è stato creduto morto) finisce a un certo punto nella pensione di Anselmo Paleari, un uomo che ama fare dei ragionamenti bizzarri ed eccentrici. Un giorno, Paleari pone questa domanda a Meis, parlando di un teatro di marionette che propone una versione dell’Elettra di Sofocle. Cosa succederebbe se la marionetta-Oreste, nel momento culminante, alzasse lo sguardo e si rendesse conto che c’è uno strappo nel cielo di carta del teatrino? Il nostro Oreste «diventerebbe Amleto» e secondo Paleari in questo buco nel cielo di carta c’è tutta la differenza «fra la tragedia antica e la moderna».

Nella modernità, infatti, l’essere umano è alienato, vive indossando una maschera e recitando un ruolo, senza nemmeno rendersene conto. È tutta una «enorme pupazzata», sempre per usare un’espressione pirandelliana. Ma può capitare un evento improvviso e inaspettato, che rimette tutto in discussione e ci paralizza. Proprio come avviene alla marionetta di Oreste, che si trova impossibilitata ad agire dopo aver visto quello squarcio nel cielo di carta.

Se Il fu Mattia Pascal fosse ambientato oggi, forse Anselmo Paleari non avrebbe parlato delle marionette di un teatrino romano, ma dei personaggi di un videogioco. Magari un videogioco come The Hex (2018) di Daniel Mullins, in cui vediamo che in un vecchio bar si incontrano sei personaggi di sei (fittizi, ma ispirati a prodotti reali) videogiochi differenti. Tutti loro sono andati incontro a un triste destino, per varie ragioni. A un primo impatto, potrebbe semplicemente sembrare una parodia che mette alla berlina alcuni luoghi comuni di certi generi videoludici, ma c’è molto di più. Questi sei personaggi sono stati tutti creati dallo stesso sviluppatore, Lionel Snill, e tutta la parte finale del gioco è legata al rapporto che le sue “creature” hanno con lui. Senza voler fare spoiler sull’intero gioco, si può comunque dire che The Hex è pieno di “strappi nel cielo di carta” fin dall’inizio, con costanti visioni del mondo reale all’interno di questi universi videoludici, che dovrebbero restare placidamente chiusi all’interno del loro skybox (la “scatola” che contiene l’area di gioco, su cui viene mostrato il cielo o un panorama lontano, per far sembrare che quel mondo sia più ampio dei suoi effettivi confini).

Stando alle parole di Daniel Mullins, la sua ispirazione per The Hex sarebbe stato il film The Hateful Eight di Quentin Tarantino, ma non è certo scorretto dire che questo suo videogioco è alquanto “pirandelliano” (e, chissà, ma i gari Mullins ha letto Pirandello). Il fatto stesso che ci siano sei personaggi che si trovano ad aver a che fare con il loro creatore richiama subito alla mente il dramma Sei personaggi in cerca d’autore, la celebre opera teatrale dello scrittore siciliano. Più in generale, la narrazione di The Hex ha molto in comune con i grandi temi pirandelliani. Non è una semplice rottura della quarta parete in cui i personaggi del gioco parlano alla persona oltre lo schermo. È un’occasione per riflettere sulla nostra stessa vita nella modernità alienata.

di Francesco Toniolo

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