Tony Hadley torna in Italia: “Festeggio i miei 40 anni di carriera cantando con un’orchestra sinfonica”

 

Tony Hadley torna in Italia. La notizia, al sopraggiungere dell’estate, rinnova un appuntamento quasi annuale, sempre molto atteso e seguito. Questa volta, la tournée vedrà Hadley accompagnato non solo dalla sua band, ma anche da un’orchestra sinfonica. Ha infatti festeggiato così i suoi 40 anni di carriera. «I primi», assicura l’ex frontman degli Spandau Ballet, che negli Anni 80 hanno conquistato il mondo insieme ai “rivali” Duran Duran. Italia inclusa, un «Paese che ancora ci ama tantissimo e mi accoglie sempre con grande entusiasmo».

Lei è stato ospite, con gli Spandau Ballet nel 1985 e successivamente come solista, al Festival di Sanremo. Che ricordi ha?
«Molto belli, ci sono stato più volte. Ricordo bene l’onda emotiva che ci arrivò quando, nel 2015, ci tornammo come Spandau Ballet durante la nostra reunion. Più che nostalgia, avevamo l’impressione di un sentimento gioioso, di chi ci rivedeva volentieri, ricordando la nostra performance degli Anni 80. C’era Carlo Conti, che ho saputo tornerà a condurre il festival il prossimo anno, e in quell’occasione fu simpatico. Ci scusammo per aver distratto tante ragazze dai propri fidanzati, a Sanremo nel 1985… del resto, eravamo giovani e sulla cresta dell’onda. Ci sentivamo un po’ invincibili».

Ha citato Carlo Conti. Se la richiamasse, tornerebbe come ospite a Sanremo?
«Certo, perchéno? Intanto sono felicissimo all’idea di tornare a esibirmi in Italia e, proprio nella tappa a Sanremo (l’8 luglio), con l’orchestra. Poi attraverso la Sicilia, luoghi meravigliosi, e il Festival dedicato a Puccini… che grande emozione, per un cantante! Torno ogni anno e mi sento sempre un po’ a casa. Lo sanno tutti: l’accoglienza, il paesaggio, il buon cibo… tutte cose che persino le rockstar, specialmente a una certa età, apprezzano. Ha a che fare con il gusto per la vita, fondamentale nella musica».


Nel nostro ultimo incontro aveva ribadito che la rivalità con i Duran Duran era stata gonfiata dai media e che, qualche volta, le capitava di bere una birra insieme a Simon Le Bon. Vi siete rivisti?
«Sì, certo, è capitato. Non di frequente, ma qualche volta a Londra ci si incrocia in qualche occasione, evento o, magari, a sorpresa. Ci salutiamo sempre volentieri, sentiamo proprio il desiderio di bere qualcosa insieme, come due vecchi amici che si chiedono: “Come stai? Che fai di bello? E i figli, cosa combinano?”».


Che quadretto irresistibile! Vi siete chiesti anche cosa farete “da grandi”?
«Sì, e la risposta è quasi sempre unanime. Intanto, sa, i Duran Duran sono entrati nella Rock &Roll Hall of Fame e hanno pubblicato un nuovo album, “Danse Macabre”, che ho ascoltato volentieri e l’ho trovato molto interessante. Nel caso degli Spandau Ballet non è stato così… a un certo punto è stato bello riunirsi, ma poi ho preferito proseguire per la mia strada da solo. E dopo aver festeggiato 40 anni di carriera in tournée con l’orchestra, sono di nuovo qui, a cantare i vecchi successi e qualche brano inedito, inserendo qua e là i brani che amo, ovviamente con arrangiamenti totalmente diversi. Una nuova sfida per la mia voce, cambiare non mi annoia mai. Finché potrò cantare, lo farò».

di Eleonora Bagarotti

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