Un viaggio nell’arte di Enzo Cucchi come sognavamo da bambini

Viaggiare all’interno di un dipinto è il sogno di molti bambini. Soprattutto se hanno visto Mary Poppins di Walt Disney, in cui i protagonisti entrano a un certo punto in un allegro mondo che è stato disegnato sul marciapiede con dei gessetti colorati. Al fianco di questa componente ludica, entrare in un quadro potrebbe anche avere una grande potenzialità educativa. Per cui è bello sapere che esiste un videogioco italiano che ha provato a unire questi due aspetti. Si sta parlando di “Cuccchi”, un videogioco esplorativo che è stato realizzato da Fantastico Studio e Julián Palacios, pubblicato nel 2021. Come si intuisce dal titolo, le opere scelte sono quelle del pittore Enzo Cucchi, artista italiano autodidatta che, dopo un esordio in ambito concettuale, diventa uno dei principali esponenti del neoespressionismo italiano. O, più precisamente, della transavanguardia, per utilizzare il termine che il critico Achille Bonito Oliva utilizza per definire l’operato di questi artisti italiani.

“Cuccchi” trasforma le opere d’arte bidimensionali di Enzo Cucchi in degli ambienti tridimensionali esplorabili, in cui i vari livelli corrispondono ad alcune delle più famose opere dell’artista. L’idea è nata da Alessandro Cucchi, il figlio dell’artista, quando durante il lockdown si è reso conto che suo padre non aveva nemmeno un sito internet personale. Ha così deciso di rimediare e, per fare qualcosa di diverso dal classico sito istituzionale, ha pensato di far realizzare un videogioco basato sulle opere del padre.

Non è difficile parlare di un’esperienza “onirica”, in “Cuccchi”, non tanto e non solo per i paesaggi dai colori vivaci e per le forme astratte, ma soprattutto perché ci si muove liberi dalle costrizioni spaziali, come se si stesse volando. In certe aree, la libertà esplorativa è totale, ci si può spostare dall’alto in basso e da uno scenario all’altro. All’inizio del gioco, per esempio, le prime aree appaiono come dei pianeti in una galassia di stelle. Quando ci si avvicina a uno di essi è come se si entrasse nella sua atmosfera e si riesce a distinguere che cosa esso nasconde. In altri momenti, invece, subentrano scenari più claustrofobici, come quando ci si trova rinchiusi in un bizzarro labirinto, inseguiti da dei teschi volanti. Questi teschi, che ritornano in più occasioni nelle opere di Enzo Cucchi, si presentano qui come dei nemici. Ogni volta che un teschio ci raggiunge, ci ruba uno degli “occhi” che abbiamo collezionato in giro per i livelli. A parte la fuga dai teschi e la raccolta degli occhi, il gioco non presenta altri obiettivi particolari. Più occhi si raccolgono, più immagini verranno sbloccate nella galleria presente all’interno di “Cuccchi”.

Dietro allo sviluppo di questo videogioco c’è Julián Palacios, uno sviluppatore italiano di origini sudamericane che si era fatto conoscere già in precedenza con il suo “Promesa”, pubblicato a fine 2020, in cui racconta la sua storia e quella della sua famiglia, tra il Sudamerica e l’Italia. Con “Cuccchi”, Palacios ha potuto sperimentare nuovamente con le atmosfere oniriche già inserite in “Promesa”, andando questa volta a proporre un innovativo approccio alla fruizione dell’arte. Merita di essere ricordata anche la colonna sonora di Aldo “Skinless Lizard” Martinoia, che non è stata realizzata esplicitamente per “Cuccchi”, ma che accompagna egregiamente l’esplorazione dei quadri di Cucchi.

di Francesco Toniolo

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