Niente sabato e in aula fino alle 14. A Castello ricorso di famiglie al Tar
07 Settembre 2022 02:10
Cambia l’orario nelle scuole elementari e medie all’istituto comprensivo di Castelsangiovanni e Sarmato, si perde il sabato e si allunga la giornata scolastica dal lunedì al venerdì, ma alcune famiglie si sono rivolte direttamente al Tribunale amministrativo regionale per un ricorso d’urgenza. Sostenute dalla Cgil e rappresentate dall’avvocato Antonella Fiorani del sindacato, spiegano: “Non ci è stato detto nulla almeno fino a anno scolastico concluso, quando poi siamo stati convocati classe per classe dalla dirigenza, eppure le delibere erano già state approvate da mesi, a febbraio e maggio”, spiegano.
Il 21 settembre è prevista l’udienza al Tar sul caso: “A nostro avviso non c’è stata trasparenza, sono coinvolti più di mille studenti, ci sono forti lamentele da parte dei genitori. Sarà un giudice a dirci se avremo avuto ragione”, dice il sindacalista Giovanni Zavattoni della Cgil.
Il sindaco Lucia Fontana spiega che, avendo saputo solo a maggio del cambio di orario, gli uffici hanno dovuto rifare l’istruttoria per i servizi come mensa e trasporti, per adattarli alla nuova settimana: “Se ora i genitori vincono al Tar dovremo rifare una terza volta il prospetto orario”.
Il preside Lodovico Silvestri, confermato da alcuni giorni reggente d’istituto, dice che la settimana breve è sui tavoli decisionali “da almeno cinque anni”. E aggiunge: “Due anni fa era stato fatto un sondaggio tra i genitori, dove è stata chiaramente evidenziata a larga maggioranza la preferenza sulla scuola dal lunedì al venerdì”.
Il problema, per Silvestri, riguarda soprattutto l’organico: “Già era insufficiente pur potendo contare sull’organico aggiuntivo legato all’emergenza Covid, ora va ancora peggio senza adeguato numero di collaboratori scolastici”. C’è poi l’esigenza del risparmio energetico, le bollette: “Abbiamo fatto tutti i passaggi necessari in collegio docenti, riscontrando il parere contrario di soli 7 insegnanti su 120. Qui ci sono oltre 1.500 studenti, le famiglie ricorrenti sono poche”.
L’articolo integrale oggi su Libertà a cura di Elisa Malacalza
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