Affrontare la crisi energetica con le rinnovabili: servono infrastrutture adeguate
27 Dicembre 2022 05:00
«L’impennata del prezzo dell’energia non è riconducibile alla politica sul clima o ai costi delle rinnovabili, bensì al significativo rincaro dei combustibili fossili in una fase in cui l’energia pulita disponibile a prezzi convenienti non è ancora sufficiente a soddisfare la domanda complessiva»: così Kadri Simson, Commissario europeo per l’energia, espone in maniera chiara e sintetica uno dei principali ostacoli all’aumento dell’utilizzo delle energie rinnovabili, e soprattutto la causa dei rincari che tutti noi vediamo in bolletta in questo periodo.
Obiettivo: una corretta gestione di domanda e offerta
Perché le fonti di energia rinnovabile potrebbero davvero essere la risposta alla crisi energetica che non vede all’orizzonte ipotesi di calo, ma è la gestione di queste risorse ciò che andrebbe migliorato, in modo che possano non solo accompagnare, ma addirittura accelerare la transizione energetica, con evidente beneficio di tutti, pianeta compreso.
Il “segreto” per rendere tutto ciò una realtà è presto detto: è necessario avere un sistema che permetta di soddisfare immediatamente la domanda di energia, e nello stesso momento assicurarsi una domanda stabile, in modo da contrastare facili fluttuazioni di prezzo dell’elettricità e contenere i costi di questo sistema.
Le prospettive dell’Europa
Da anni si parla degli obiettivi dell’Agenda 2030: abbassamento e successiva eliminazione delle emissioni di anidride carbonica, da effettuarsi entro appunto il 2030, e successivamente entro il 2050. Un obiettivo che studi e statistiche internazionali reputano difficile da centrare, nelle condizioni in cui si trova ad oggi l’Europa proprio in ambito energetico, dai consumi alle infrastrutture.
L’indipendenza energetica europea è ancora lontana, se ancora oggi si può parlare di un mix energetico che lega i territori per il 70% ai combustibili fossili.
Tra questi ci sono ovviamente le quote di gas naturale che l’Europa importa dalla Russia: un legame che proprio in questo ultimo anno si è fatto più problematico, soggetto all’andamento della politica mondiale, e che per questo ha messo una volta di più in evidenza la necessità dei Paesi di essere più autonomi.
Il prezzo dell’intero sistema energetico viene influenzato dal costo del gas, stabilito dalla borsa di Amsterdam tramite il TTF: il Title Transfer Facility che impone ogni giorno, non senza speculazioni da parte dei traders, il prezzo del gas in tutta Europa.
Anche in quest’ottica è stato messo in atto il piano REPowerEU: i Paesi dell’Ue potranno effettuare investimenti per le priorità del progetto nell’ambito dei loro piani di ripresa e resilienza.
Un modo per rimarcare, ancora una volta, quanto oggi sia fondamentale investire sull’energia verde, rinnovabile, pulita, e che questo sia un passaggio chiave per contribuire alla stabilità dei Paesi europei, del loro ruolo politico ed economico.
Energia verde contro la crisi
Oggi la necessità del sistema energetico europeo è quella di un cambio di rotta deciso: serve incrementare le energie rinnovabili, perfezionando efficienza e stoccaggio. Il vantaggio è presto detto: immagazzinare energia da fonti rinnovabili è più sostenibile, proprio perché le fonti sono potenzialmente inesauribili, e questo permetterebbe, nel lungo periodo, di abbattere sensibilmente i costi.
Ma per fare questo serve velocità, servono strutture, serve un sistema in grado di rispondere in maniera efficiente ad una domanda in continuo aumento, che potrebbe trasformare il mercato dell’energia in un sistema più agile e meno sensibile alle fluttuazioni dei prezzi. È per questo che si deve lavorare oggi, per garantire un domani più sereno.
Il Gruppo Iren è sempre più impegnato nello sviluppo e nell’utilizzo di risorse rinnovabili, con progetti innovativi e obiettivi chiari: potete scoprirli ed approfondirli sul web, all’indirizzo https://www.gruppoiren.it/it.html.
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