Confesercenti: crollo dei consumi e delle imprese, servono sostegni reali
26 Novembre 2024 09:00
Sono spariti circa 3,2 miliardi di consumi. Questo è uno degli allarmanti dati presentati all’interno della Assemblea annuale Confesercenti in cui era presente anche una delegazione piacentina guidata dal Presidente Nicolò Maserati.
Dalle stime Confesercenti – Cer, nel 2024 la variazione dei consumi dovrebbe attestarsi su un + 0,4%, molto inferiore alle aspettative del DEF di aprile. Da qui la differenza di oltre 3 miliardi di consumi.
«La rimodulazione del taglio del cuneo fiscale – interviene Nicolò Maserati – è senza dubbio positiva per supportare e rilanciare i consumi, anche se non è priva di criticità come segnalato da Istat. Così come il bonus di Natale, dal quale dovrebbero arrivare ulteriori 400 milioni di euro».
Destano preoccupazione i dati relativi al crollo delle nascite di nuove aperture di imprese nel settore del commercio con picchi (calcolati tra il 2014 e il 2024) per quanto riguarda l’apertura di nuove edicole (-72%) e per le stazioni di rifornimento carburante (-71%).
Preoccupa fortemente il settore del commercio ambulante che in soli dieci anni ha subito una contrazione nelle nuove aperture di imprese del 76%.
In controtendenza (soprattutto grazie alla spinta della ricettività diffusa) il trend delle aperture di alloggi e strutture ricettive che addirittura riportano un aumento del 215% dal 2014. Fenomeno positivo che però necessità di opportune azioni di monitoraggio e controllo per evitare forme di irregolarità ed evasione.
«Sono dati che preoccupano – prosegue Maserati – e che devono prevedere interventi immediati e risolutori. Serve un reale sostegno ai consumi con azioni che permettano di superare il pesante drenaggio fiscale che le famiglie hanno dovuto subire a causa della fiammata inflazionistica e dei costi energetici degli ultimi anni. Fare di più anche per la classe media che spesso rimane fuori da molti benefici».
«A tal fine continuiamo a ritenere necessario introdurre la detassazione degli incrementi salariali derivanti dai rinnovi contrattuali».
All’interno della ricerca di Confesercenti un capitolo è stato dedicato al Black Friday e all’utilizzo del canale on line per gli acquisti. Il giro d’affari stimato per il “venerdì nero” si dovrebbe attestare su circa 3,8 miliardi di euro, con un aumento superiore all’8% rispetto al 2023. Di questi acquisti però, sempre secondo le stime, il 60% è avvenuto on line.
Un problema per le vendite di Natale dei negozi, che rischiano di essere prosciugate: oltre il 70% di chi ha partecipato al Black Friday ha usato infatti l’occasione per acquistare i doni da mettere sotto l’albero, e uno su quattro ha comprato oltre la metà dei regali preventivati.
«L’esclusione di fatto dei negozi dall’evento Black Friday – prosegue Maserati – è dovuta principalmente allo squilibrio concorrenziale che c’è tra i giganti dell’eCommerce, quasi tutte grandi piattaforme, che grazie alla loro struttura multinazionale godono di indiscutibili vantaggi fiscali rispetto ai canali fisici del retail. E questo realizza una sostanziale concorrenza sleale».
I dati aggiornati riportano che nel 2023 gli acquisti on line degli italiani hanno superato i 54 miliardi di euro. Di questi i primi venti portali hanno realizzato il 71% del mercato.
«Una stortura – conclude Maserati – che va assolutamente sanata tramite l’applicazione della nuova web tax che finanzi la creazione di un fondo nazionale dedicato al commercio di prossimità. Insieme a questo, misure fiscali agevolate per le imprese di vicinato, con aliquote fiscali ridotte per quelle situate in comuni con meno di 15 mila abitanti o in aree a rischio di desertificazione commerciale. La nostra non è una sterile posizione di retroguardia quanto la difesa di un fondamentale e insostituibile patrimonio di professionalità, rapporti, supporto sociale».
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