Guerra tra bande giovanili a Piacenza: sequestrate armi e droga, nove arresti

Redazione Online
30 gennaio 2025|72 giorni fa
Guerra tra bande giovanili a Piacenza: sequestrate armi e droga, nove arresti
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Nove arresti e 12 misure di prevenzione. È questo il bilancio di una importante indagine di contrasto alle bande giovanili condotta dalla questura di Piacenza e che ha portato all’esecuzione di provvedimenti di natura penale e amministrativa. L’operazione coinvolge giovani ritenuti responsabili di gravissimi reati come tentati omicidi e accoltellamenti avvenuti nei mesi scorsi durante scontri per il predominio dello spaccio cittadino.
In totale sono 9 gli arresti eseguiti, 12 le misure di prevenzione adottate ed è in corso il sequestro di contenuti multimediali incitanti all’odio ed alla violenza.

Durante la conferenza stampa indetta dalla Questura di Piacenza sono emersi ulteriori dettagli riguardo a un’operazione che ha scoperchiato il tentativo di ascesa criminale di un gruppo composto da giovani di origine egiziana appena maggiorenni che per accreditarsi nel territorio avrebbero prima avviato una faida con un gruppo di tunisini e poi con un gruppo di marocchini. Nello specifico, le indagini della squadra mobile hanno ricostruito 22 episodi criminali, eseguito 12 perquisizioni, altrettante misure di prevenzione e sequestrato 14 tra armi e oggetti atti ad offendere e 758 grammi di droga tra hashish, cocaina, oppiacei e benzodiazepine.

“Fare attività preventiva sarà il nostro compito – ha spiegato il questore Ivo Morelli. – Molte delle misure scaturite da questa operazione riguardano cittadini poco più che maggiorenni, ma comunque parliamo di giovanissimi. Vogliamo continuare a richiamare l’attenzione sul fatto che certi atteggiamenti hanno delle conseguenze. Le misure di prevenzione devono incidere su questi soggetti e tale attività deve scoraggiare chi tenta di emulare questi comportamenti: l’invito è dissociarsi da questi gruppi. Vogliamo dare una possibilità a chi ha ancora dei margini per inserirsi nella società, colpendo duro chi invece dimostra di non avere questa intenzione”.

“Sono diversi i luoghi frequentati da questi soggetti – ha rimarcato il questore. – Vorrei comunque sottolineare che tali gruppi non si possono definire baby gang strutturate. Ma gruppi di ragazzi che per ragioni varie commettono certi atteggiamenti. Siamo in una città di oltre centomila abitanti, tuttavia, si tratta di episodi che avvengono anche in altre città d’Italia. Le forze di polizia intervengono e provano a frenare con misure di prevenzione. Insomma, prima o poi le conseguenze arrivano e certi ragazzi devono ricordarselo bene”.

Il gruppo criminale degli egiziani, dedito allo spaccio di stupefacenti e farmaci droganti al dettaglio avrebbe iniziato ad accoltellare i componenti dei gruppi rivali, con aggressioni commesse in gruppi di 20 persone, armate di machete o altre armi da taglio.
A dimostrazione dell’efferatezza del gruppo, uno dei leader del gruppo di egiziani, un ragazzo classe 2003 è stato tratto in arresto nel corso di un solo mese per ben tre volte: due dalla Polizia di Stato per spaccio di sostanze stupefacenti (cocaina, hashish e farmaci oppiacei) ed una dalla Polizia Locale per lesioni aggravate ai danni di un cittadino marocchino, ed è attualmente sottoposto al divieto di dimora in Provincia di Piacenza. Lo stesso è inoltre coinvolto nella recente indagine in materia di corruzione e spaccio di stupefacenti a carico di due medici di base piacentini. È infatti emerso dalle indagini come corrompesse un medico di base, peraltro arrestato in flagranza di reato per corruzione dalla Squadra Mobile lo scorso agosto, per ottenere ricette di oppiacei e psicofarmaci da rivendere al dettaglio.
Anche il gruppo composto da cittadini tunisini, da più tempo presente in città, ha risposto con brutalità ad ogni azione degli egiziani, ed a dicembre la Squadra Mobile ha dato esecuzione all’ordinanza di custodia in carcere per il delitto di tentato omicidio a carico del leader della fazione dei tunisini, un pluripregiudicato classe 1990.
Nell’ambito di tali indagini, è stato ricostruito come lo scorso luglio il soggetto abbia accoltellato un cittadino egiziano suo rivale con un fendente al petto; nella circostanza, solo fortuitamente non venivano colpiti organi vitali, e la vittima veniva ricoverata in ospedale riportando 30 giorni di prognosi.
Per tale reato è indagata in stato di libertà la moglie, una cittadina italiana classe 1996, che nella circostanza guidava la macchina a bordo della quale il marito aveva raggiunto ed era fuggito dal luogo dell’accoltellamento.
Il ferimento era stato perpetrato come vendetta per un precedente accoltellamento, commesso poche ore prima dalla fazione rivale degli egiziani ai danni di un cittadino tunisino in via Colombo, delitto per il quale i leader della fazione degli egiziani sono invece indagati per lesioni aggravate dall’uso di armi, avendo il ferito riportato 7 giorni di prognosi.
A carico del soggetto classe 1990 è stato anche notificato il provvedimento della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza per 18 mesi con obbligo di soggiorno a Piacenza, emessa in data odierna dal Tribunale di Bologna su proposta del Questore di Piacenza, mentre la moglie è stata sottoposta alla misura di prevenzione dell’avviso orale.

All’esito delle indagini, sono state deferite per 22 diversi episodi criminali ben 30 persone, appartenenti ai vari gruppi, a vario titolo per le ipotesi di reato di tentato omicidio, lesioni aggravate, porto di armi, rapina, minacce aggravate e spaccio di stupefacenti. sono stati eseguiti dalla Mobile e dalle Volanti 9 arresti, di cui 7 in flagranza e 2 su ordinanza di custodia cautelare, sono stati sequestrati 789 g di stupefacenti (hashish, cocaina, oppiacei e benzodiazepine) e 14 armi da taglio. In particolare, sono stati ricostruiti dalla Polizia 7 accoltellamenti, di cui 3 qualificati come tentato omicidio. Un ottavo accoltellamento è stato invece ricostruito dal Nucleo Investigativo dell’Arma dei Carabinieri, e contestato nell’atto di chiusura delle indagini preliminari.
Sono stati adottati anche dei provvedimenti amministrativi: il locale di barberia che fungeva da base per il gruppo dei tunisini, nel corso dell’estate è stato per diverso tempo chiuso dal Comune di Piacenza su proposta dell’Ausl.

Parallelamente alle attività che hanno portato la Polizia di Stato a procedere con diversi arresti, perquisizioni e sequestri, è stato svolto anche un monitoraggio dei social network utilizzati dai giovani criminali per propagandare le loro azioni illegali.
In particolare, è stata richiesta la chiusura di un profilo Instagram e di un canale YouTube riconducibili a un trapper di origine egiziana già indagato quale mandante di un tentato omicidio in via Colombo, durante il quale un connazionale era stato raggiunto da un colpo di machete al braccio. Poco prima dell’aggressione il trapper aveva pubblicato su Instagram una storia posando con due machete in mano, inviando chiare minacce alla vittima, poi raggiunta proprio da uno di quei machete.
Sono stati poi monitorati altri due profili Instagram, amministrati da soggetti in fase di identificazione e dedicati alle gesta di un gruppo di giovani con ritrovo nel quartiere delle case popolari del Peep.
La Procura della Repubblica di Piacenza, quindi, ha chiesto al Gip l’emissione di un decreto di sequestro preventivo delle pagine dei social network sopraindicate, provvedimento in fase di esecuzione con la collaborazione della Sezione operativa per la Sicurezza cibernetica di Piacenza.