I dazi di Trump sui vini in arrivo negli Usa preoccupano i produttori piacentini
Redazione Online
14 marzo 2025|30 giorni fa

Le minacce del presidente degli Stati Uniti Donald Trump di applicare dazi del 200 per cento su vini, champagne e prodotti alcolici in arrivo dai Paesi dell’Unione europea preoccupano i vignaioli piacentini.
“Chiaramente siamo preoccupati – spiega Stefano Perini del Poggiarello – proprio in questo momento la nostra responsabile Esteri è negli Stati Uniti: ci ha detto che a regnare è una grande confusione. In America noi abbiamo un mercato di export abbastanza piccolo: il viaggio della nostra responsabile era finalizzato infatti a incrementare i clienti. È chiaro che, con queste prospettive, l’intenzione sia quella di sviluppare maggiormente la presenza sui mercati asiatici ed europei”.
È in partenza per gli Usa anche Massimiliano Croci dell’omonima azienda vitivinicola: “Esportiamo il 25 per cento – sottolinea – e sono in partenza anche per capire come la filiera possa assorbire un eventuale dazio, dato che ce lo aspettiamo. Non del 200 per cento, la minaccia di Trump mi sembra un po’ eccessiva, ma un dazio credo che verrà imposto”.
Mentre alcuni sono in partenza, c’è chi cita il presidente dell’Unione italiana vini Lamberto Frescobaldi: è Gianpaolo Fornasari, presidente della Cantina Valtidone: “Ha espresso la preoccupazione di tutto il settore – sottolinea – e certamente per quanto ci riguarda la preoccupazione c’è, anche se non eccessiva: negli Stati Uniti non esportiamo grandi importi, ma tutto fa”.
Chi si dice per ora abbastanza tranquilla è Elena Pantaleoni della Stoppa: “Stiamo a vedere cosa succederà – conclude – personalmente tendo a preoccuparmi di cose su cui posso intervenire. In questo caso è diverso, non abbiamo controllo: restiamo positivi e se succederà qualcosa cercheremo di affrontarlo”.
“Chiaramente siamo preoccupati – spiega Stefano Perini del Poggiarello – proprio in questo momento la nostra responsabile Esteri è negli Stati Uniti: ci ha detto che a regnare è una grande confusione. In America noi abbiamo un mercato di export abbastanza piccolo: il viaggio della nostra responsabile era finalizzato infatti a incrementare i clienti. È chiaro che, con queste prospettive, l’intenzione sia quella di sviluppare maggiormente la presenza sui mercati asiatici ed europei”.
È in partenza per gli Usa anche Massimiliano Croci dell’omonima azienda vitivinicola: “Esportiamo il 25 per cento – sottolinea – e sono in partenza anche per capire come la filiera possa assorbire un eventuale dazio, dato che ce lo aspettiamo. Non del 200 per cento, la minaccia di Trump mi sembra un po’ eccessiva, ma un dazio credo che verrà imposto”.
Mentre alcuni sono in partenza, c’è chi cita il presidente dell’Unione italiana vini Lamberto Frescobaldi: è Gianpaolo Fornasari, presidente della Cantina Valtidone: “Ha espresso la preoccupazione di tutto il settore – sottolinea – e certamente per quanto ci riguarda la preoccupazione c’è, anche se non eccessiva: negli Stati Uniti non esportiamo grandi importi, ma tutto fa”.
Chi si dice per ora abbastanza tranquilla è Elena Pantaleoni della Stoppa: “Stiamo a vedere cosa succederà – conclude – personalmente tendo a preoccuparmi di cose su cui posso intervenire. In questo caso è diverso, non abbiamo controllo: restiamo positivi e se succederà qualcosa cercheremo di affrontarlo”.