Ucciso 80 anni fa, tutti in bici per il partigiano Valla
A Cotrebbia Nuova di Calendasco omaggio davanti al cippo che ricorda il sacrificio del 33enne
Cristian Brusamonti
6 aprile 2025|6 giorni fa

La cerimonia in omaggio al partigiano Alfredo Valla che si è tenuta a Cotrebbia Nuova di Calendasco © Libertà/Cristian Brusamonti
Quando la guerra era ormai agli sgoccioli e tutti sapevano che sarebbe finita da lì a pochi giorni, la mamma di Alfredo Valla gli chiese di restare a casa, di non ripartire nuovamente per andare in montagna coi partigiani. Ma lui, con il suo fare sbrigativo, le aveva risposto in dialetto: «A g'ho da andà, g'ho d'andà», che tradotto vuol dire «Devo andare».
Per lui era un'urgenza, una necessità, il frutto di una scelta precisa: c'era da liberare l'Italia, bisognava andare perché non si poteva fare altrimenti. E Alfredo Valla ha pagato carissima quella scelta. Raggiunto da un colpo di proiettile il 5 aprile 1945 alla cascina Buca, a due passi da Cotrebbia Nuova.
Lì, al cippo che da quasi ottant'anni lo ricorda, si sono ritrovati sabato decine di persone per portare un fiore davanti all'immagine di un uomo morto a 33 anni. L'occasione è stata offerta dalla biciclettata sul "Cammino del Moro" organizzata dal Comune di Calendasco, Comitato per l'80esimo della Liberazione e Museo della Resistenza Piacentina che ha visto proprio come momento cardine la celebrazione al cippo di Valla.
Alla cerimonia erano presenti anche Carlo Valla e Luigi Gobbi, i cugini di Alfredo Valla: sono due delle voci del progetto Radici Resistenti che è stato avviato dai Comuni di Calendasco e di Sarmato: grazie alla filmaker Simona Brambilla, si stanno raccogliendo le voci degli ultimi testimoni del tempo che finiranno in un documentario.