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"Goldrake avanti!", quel 4 aprile 1978 fu tele-rivoluzione

Massimo Nicora
2 aprile 2025|5 giorni fa
La copertina del nuovo libro di Nicora
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Dopo quasi cinquant’anni dall’esordio sulla televisione italiana Goldrake ritorna sulla Rai? Non c’è ancora la data ufficiale, ma quando Adriano De Maio, direttore Cinema e Serie Tv, diede la notizia a fine gennaio la risposta del web e dei social è stata immediata ed è iniziato subito il passaparola fra gli appassionati. L’atteso ritorno è stato preparato con attenzione: prima la trasmissione di "Goldrake U", il reboot della serie storica, e poi la notizia che tutti stavano aspettando. Ora manca solo la conferma del giorno e dell’ora in cui torneremo ad urlare tutti quanti "Goldrake avanti!" di fronte alla tv.
Ma come è possibile che una semplice serie animata sia entrata in maniera così dirompente nell’immaginario di una generazione di telespettatori, quella dei bambini nati a inizio anni Settanta che quel 4 aprile del 1978 rimasero letteralmente folgorati davanti al televisore? Goldrake è stato il primo robot giapponese ad arrivare sui nostri teleschermi e lo ha fatto accompagnato da personaggi carismatici e da una storia capace di coinvolgere il pubblico come mai accaduto prima. Per i bambini di allora è stato amore a prima vista e per i palinsesti televisivi una vera e propria rivoluzione. Con la nascita di nuove emittenti locali lungo tutto lo stivale le serie animate giapponesi hanno trovato terreno fertile e l’etere è stato letteralmente invaso da decine, se non centinaia, di questi cartoni animati provenienti dal lontano oriente. Era scoppiato così il cosiddetto primo "Anime Boom".

Come mai in Italia la serie viene intitolata Atlas Ufo Robot? Per molti anni si è creduto che questo titolo fosse dovuto a un errore commesso dai funzionari Rai del tempo. Avendo acquistato Goldrake dalla Francia fu loro inviata una guida informativa che come titolo riportava la dicitura Atlas Ufo Robot nel senso di atlante/guida di Ufo Robot. I funzionari Rai non avrebbero compreso il significato del termine "atlas" in lingua francese e avrebbero pensato che Atlas Ufo Robot fosse il titolo della serie. In realtà non ci fu alcun errore di interpretazione o traduzione. Lo ha svelato Paola De Benedetti, la dirigente responsabile dei programmi per bambini per il Secondo Canale della Rai nel 1978 in un’intervista rilasciatami nel 2016.
L’idea di intitolare la serie Atlas Ufo Robot fu una proposta del direttore del doppiaggio Annibale Roccasecca che, trovando la parola Atlas "esotica" pensò che ben si potesse affiancare alle parole "Ufo" e "Robot. La proposta piacque a tutta la squadra che stava lavorando all’edizione italiana di Goldrake e De Benedetti diede la sua formale approvazione. Per giustificare l’introduzione del termine "atlas" si decise quindi di dare questo nome al disco spaziale che Goldrake usa per volare e che nell’originale giapponese è chiamato "spacer".
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