Il matrimonio è ormai entrato nei videogiochi: un sogno… o un incubo?
Redazione Online
10 febbraio 2025|58 giorni fa

Per prima cosa, molti videogiochi che si soffermano sull’amore (romantico o carnale) escludono il matrimonio. La storia si conclude prima. Le due persone che danno avvio a una relazione si dichiarano, trascorrono del tempo insieme, hanno uno o più rapporti. Poi il gioco si conclude. Cosa succederà in futuro viene lasciato all’immaginazione. Magari quei due personaggi finiranno per sposarsi e potranno vivere “felici e contenti” per sempre, oppure dovranno fare i conti con una serie di problemi e difficoltà. Non è nemmeno detto che rimarranno sempre insieme. Magari abbiamo assistito, nel gioco, a un semplice amore adolescenziale, di quelli che durano un’estate e poi si concludono, dopo aver infiammato i cuori con una potente ma breve vampata di passione.

Ci sono ovviamente anche casi in cui il matrimonio viene presentato come il termine di una relazione amorosa che si è sviluppata nel corso del gioco. È raro vedere quel che succede dopo le nozze, ma non c’è da stupirsi, in fondo è quel che avviene anche in tantissimi romanzi. Sono pochi i casi in cui ci si prende qualche pagina in più, al termine di un libro, per dire che cosa è accaduto dopo il matrimonio. Lo fa per esempio Manzoni nei suoi Promessi sposi, in cui tiene a dirci che Renzo e Lucia non ebbero comunque un perfetto finale da fiaba, con il classico “vissero tutti felici e contenti”. Non sarebbe stato coerente con il resto della sua opera e con il “sugo” della storia: il fatto che non è possibile evitare il male e le sofferenze, ma ci si può sempre affidare alla Provvidenza e ricordarsi che quando Dio mette alla prova i suoi figli lo fa per fornirgli poi una gioia più grande. Per cui anche nella vita matrimoniale di Renzo e Lucia c’è qualche problema e qualche inciampo, ma sono comunque stati felici insieme.

Tornando ai videogiochi, i casi in cui si riflette esplicitamente sull’esperienza del matrimonio sono ancora meno, ma qualche eccezione significativa c’è. Una delle più interessanti è il videogioco Catherine, pubblicato nel 2011. In questo gioco seguiamo la storia di Vincent Brooks, un giovane uomo di trentadue anni che incarna lo stereotipo del “bambinone” incapace di entrare appieno nel mondo degli adulti. È un individuo capace di funzionare nella società e ha un lavoro (come ingegnere dei sistemi), ma è privo di ambizioni, non vuole assumersi responsabilità e temporeggia in tutte le decisioni importanti. Tra queste c’è il rapporto con la sua fidanzata, Katherine McBride. Lei desidera sposarsi con Vincent, ma è sempre più irritata dall’eterna indecisione dell’uomo, che è invece spaventato dal matrimonio, perché lo vede come una gabbia che limiterebbe le sue libertà. La situazione si complica ulteriormente con l’entrata in scena di un’altra ragazza più giovane, Catherine (con la C, a differenza della sua promessa sposa, che è Katherine). La bionda e sensuale Catherine seduce Vincent, anche perché incarna tutto ciò che l’uomo desidera: libertà, spensieratezza, amore senza vincoli. Durante le notti, Vincent comincia a fare un sogno ricorrente: deve scalare una torre composta da diversi blocchi, che deve manipolare per riuscire a scalarla. Come viene rivelato, la torre è una metafora della crescita verso l’età adulta. Il videogioco Catherine presenta diversi finali, raggiungibili in base alle scelte compiute, in cui Vincent resta da solo o sposa una delle due ragazze.