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“Death Stranding 2”: sequel del videogioco sull’importanza delle connessioni sociali

Fabrizia Malgieri
14 marzo 2025|26 giorni fa
“Death Stranding 2”: sequel del videogioco sull’importanza delle connessioni sociali
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Il videogioco d’autore internazionale parla sempre più italiano. “Death Stranding 2: On the Beach” – la nuova opera interattiva sviluppata da Hideo Kojima, già autore del franchise “Metal Gear Solid” – è uno dei titoli più attesi di questa annata videoludica, e le ragioni dietro le altissime aspettative da parte dei fan sono numerose. In primo luogo, perché è il sequel di un videogioco di enorme successo, “Death Stranding”, pubblicato sul finire del 2019 e con un paio di mesi di anticipo rispetto ad un evento inaspettato e tragico che ha colto di sorpresa l’intera umanità (la pandemia di Covid-19), di cui il titolo di Kojima, per certi versi, ne “ha predetto” gli effetti devastanti. Il “death stranding” che dà titolo al gioco è, infatti, un evento cataclismatico che ha annientato la società civile, costringendo il mondo intero a vivere in colonie isolate tra loro. Compito del giocatore, che veste i panni dello spedizioniere Sam Porter Bridges (Norman Reedus), è quello di fornire mezzi di sostentamento e tentare di riconnettere tra loro le varie comunità attraverso una rete di comunicazione speciale.
Proprio per la contingenza con un evento così drammatico quanto reale con quello raccontato all’interno del gioco, “Death Stranding” ha avuto un impatto decisivo non solo sul modo in cui oggi le esperienze di gioco digitale possono essere percepite, ma anche sui modi in cui possiamo percepire il mondo reale. L’opera di Kojima è una profonda metafora sui modi in cui oggi cerchiamo di “restare uniti”, anche a fronte di difficoltà impreviste, sfruttando al massimo le nuove tecnologie e le nuove opportunità di comunicazione offerte dal mondo del digitale. L’essere umano – in quanto “animale sociale” – non può prescindere dalla socialità: per quanto per tutto il tempo, nel gioco, il personaggio interpretato dall’utente è costantemente in solitudine e compie il suo viaggio di riconnessione completamente da solo, non lo è mai per davvero; e questo perché a supporto ci sono le straordinarie e incredibili meccaniche di gameplay sottese all’esperienza. Di fatto, il gioco si fonda sul principio del gameplay multiplayer asincrono, per cui si intende quella modalità di gioco per cui i diversi giocatori – pur giocando in solitaria la propria partita – possono offrire suggerimenti o condividere informazioni o oggetti fisici (nel caso di “Death Stranding”, ad esempio, costruire teleferiche, ponti, etc.) per aiutare altri giocatori connessi a procedere nella propria partita senza intoppi. Seppur non connessi in simultanea al mondo di gioco, gli utenti riescono a “fare rete” tra loro e ad aiutarsi a vicenda per procedere nel proprio viaggio, anche se nella propria individualità. Proprio perché i temi affrontati nel primo capitolo sono tutti di grande spessore, la community di videogiocatori attendeva con entusiasmo l’annuncio della data di lancio di “Death Stranding 2: On the Beach”, che è arrivata proprio lo scorso lunedì con enorme sorpresa di tutti: il titolo, infatti, è atteso il prossimo 26 giugno e porta con sé importanti novità, soprattutto per ciò che riguarda i fan italiani.
Tra le fila dei tantissimi attori hollywoodiani che calcheranno il palcoscenico digitale di “Death Stranding 2” – tra cui Norman Reedus, Lea Seydoux, George Miller e Elle Fanning – c’è anche quello di un importante volto del cinema italiano contemporaneo, ossia Luca Marinelli. L’artista – già pluripremiato e conosciuto in tutto il mondo per le sue interpretazioni in “Lo chiamavano Jeeg Robot”, “Martin Eden”, “Le otto montagne”, “Non essere cattivo” e, non ultimo, per il suo ruolo di Benito Mussolini nella serie TV “M – Il figlio del secolo” – interpreterà nel gioco il ruolo di Neil, un uomo da un passato oscuro che, nonostante non sia stato ancora ufficialmente annunciato, potrebbe essere il nuovo “villain” di “Death Stranding 2”. La partecipazione di Marinelli nel nuovo videogioco di Hideo Kojima non è, in fin dei conti, così sorprendente: già in passato, infatti, complice la sconfinata passione dell’autore nipponico nei confronti del cinema, Kojima aveva avuto occasione di elogiare in passato le performance attoriali di Marinelli, al punto da dichiarare in un’intervista che lo avrebbe visto come interprete perfetto per il ruolo di un giovane Solid Snake – protagonista della sua serie videoludica “Metal Gear Solid” – in un possibile adattamento cinematografico della saga. Proprio qualche giorno fa, a seguito della diffusione del nuovo trailer di “Death Stranding 2: On the Beach” in cui è apparso per la prima volta Luca Marinelli, Kojima ha avuto occasione di condividere sui suoi canali social un post in cui ha raccontato in che modo è avvenuto l’incontro tra i due artisti e il conseguente sodalizio.
« L’ho scoperto per la prima volta grazie al suo ruolo di antagonista (Fabio Cannizzaro/Zingaro) nel film italiano “Lo chiamavano Jeeg Robot” e mi sono innamorato della sua straordinaria interpretazione nel film autobiografico di Jack London, “Martin Eden”, rilasciato in Giappone nel 2020. Era un bellissimo film e quando è uscito mi è stato chiesto di aiutare a promuoverlo», racconta il game director giapponese. «È stato allora che sono stato contattato da un rappresentante del distributore giapponese: mi ha detto che Luca aveva letto i miei commenti e voleva un mio contatto, così da poter esprimere i suoi sentimenti direttamente a “Kojima-San”. Poco dopo, ho ricevuto una e-mail da Luca: “Sono cresciuto con Metal Gear. Sono un tuo grande fan. Sono molto onorato del fatto che hai visto il film in cui ho recitato. Volevo dirtelo di persona”». Il caso ha voluto che, durante la fase di casting, Hideo Kojima si è imbattuto nuovamente in Luca Marinelli: « Ho visto Luca anche in “The Old Guard” su Netflix. Ho deciso che era l’unica scelta per il ruolo di Neil e gli ho inviato un’email con un’offerta. A quanto pare, era sulle montagne del Tibet a girare “Le otto montagne” (2022) in quel momento».
E poi il punto di svolta, quasi profetico, come racconta nel suo post Hideo Kojima: « Non so se sia vero o meno, ma lui era appena sceso dalle montagne dove stava filmando e stava pensando a me prima di vedere il mio messaggio, e Luca mi ha detto proprio: “Questa è stata un’esperienza spirituale” ». E da lì il resto è storia: i due artisti hanno iniziato una fitta corrispondenza che li ha portati a incontrarsi e a iniziare a lavorare insieme in “Death Stranding 2”. Non solo: nel progetto è stata coinvolta anche l’attrice e regista Alissa Jung, moglie di Luca Marinelli, presentata all’autore nipponico proprio dal compagno di vita, e che nel videogioco interpreterà il ruolo di Lucy. « La loro performance sul set è stata eccellente. Si può vedere nei risultati digitalizzati anche dai piccoli spezzoni del trailer. Posso solo ringraziare Luca e Alissa per aver accettato di recitare quando non avevamo nemmeno una sceneggiatura » ha concluso Kojima. Sarà interessante scoprire quale sarà, a questo punto, il risultato finale di questo sodalizio, ma i presupposti – anche quelli offerti dal lungo trailer mostrato lo scorso lunedì in un evento interamente dedicato al gioco – sembrano promettere qualcosa di eccezionale. Rispetto alla trama, Hideo Kojima ha preferito mantenere massimo riserbo sulle vicende narrate in “Death Stranding 2”, un po’ come accade ogni qualvolta che viene pubblicato un suo videogioco. L’aspetto che più ha incuriosito i giocatori è stato quel cartello inserito all’interno del trailer, “Non avremmo mai dovuto connetterci”, che sembra andare controcorrente rispetto a quelli che sono i grandi temi attorno cui ruota il primo capitolo. Chissà qual è il significato sotteso a questo messaggio, di certo non passato inosservato agli occhi dei giocatori più attenti, e quali ripercussioni avrà in termini di meccaniche di gioco in questo spettacolare “Death Stranding 2: On the Beach”.
E le sorprese, di certo, non mancheranno.
di Fabrizia Malgieri