Prende per il collo un carabiniere: un arresto a Niviano
L'uomo, dopo aver chiesto l'intervento del 118, ha prima spintonato un autista della Pubblica Valnure poi ha gettato a terra un brigadiere dell'Arma
Cristian Brusamonti
12 aprile 2025|4 giorni fa

Una pattuglia dei carabinieri di Rivergaro
Prende per il collo un carabiniere e spintona un autista della Pubblica Assistenza Valnure: pomeriggio decisamente movimentato a Niviano, giovedì, quando i carabinieri di Rivergaro sono dovuti intervenire due volte per riportare alla calma un 44enne che già lo scorso settembre era rimasto ferito in un tentato omicidio, preso a colpi d'accetta dopo una cena tra amici. Stavolta a finire arrestato è stato lui con l'accusa di resistenza e violenza aggravata a pubblico ufficiale, a cui si somma una denuncia per violenza privata e procurato allarme.
La chiamata al 118
L'episodio risale alle 17 di giovedì quando il 44enne ha richiesto un intervento al 118, spiegando al telefono che la moglie si sentiva male. Il 118, conoscendo tempra ed abitudini dell'uomo, ha richiesto l'intervento dei carabinieri a supporto. All'arrivo dell'ambulanza, sanitari e militari hanno trovato la moglie in perfette condizioni di salute mentre il 44enne era invece in evidente stato di alterazione, impegnato a minacciare verbalmente operatori e carabinieri. Quando tutto sembrava risolto, dopo mezz'ora, l'uomo ha nuovamente chiamato il 118 per chiedere un secondo intervento, con lo stesso copione: stavolta, però, le minacce sono diventate violenza fisica. Prima ha spintonato più volte un autista della Pubblica Valnure, poi si è avventato su un brigadiere dei carabinieri prendendolo al collo e gettandolo a terra, procurandogli lesioni con prognosi di 10 giorni. È stato quindi bloccato immediatamente, arrestato per la resistenza e denunciato per la violenza privata (nei confronti del volontario della Pubblica) e per aver richiesto inutilmente l'intervento del 118.
Processo rinviato
Il 44enne, difeso dall'avvocata Monica Giuppi, è finito in tribunale davanti al giudice Alessandro Rago e al pm Sara Machetta nel processo per direttissima. Si è giustificato spiegando di avere problemi di salute ma il giudice ha comunque convalidato l'arresto e disposto i domiciliari. Dopo la richiesta dei termini a difesa, il processo è stato inviato al 2 maggio.