Castello, Magazzini Zara e Sephora: 80 lavoratori in sciopero
I lavoratori chiedono "garanzie" dopo l’annunciata delocalizzazione di gran parte del lavoro in un altro sito in Polonia.
Mariangela Milani
4 aprile 2025|5 giorni fa

Circa 80 lavoratori, secondo i dati del S.I. Cobas, sta scioperando al polo logistico di Castelsangiovanni. I lavoratori sono quelli dei magazzini Zara e Sephora, assunti da Fiege che fornisce la manodopera. I lavoratori chiedono "garanzie" dopo l’annunciata delocalizzazione di gran parte del lavoro (circa il 70%) che prima veniva svolto a Castello, in un altro sito in Polonia.
Da un lato ci sono i lavoratori che, anche di notte, si danno il cambio per presidiare i gazebo allestiti fuori dai cancelli e dall’altra ci sono i lavoratori rimasti nei due magazzini, alcuni dei quali dicono di sentirsi "danneggiati da chi sta protestando". "Questo magazzino è stato trasformato da Fiege in un ramo secco pronto per essere tagliato con sopra noi lavoratori" dicono gli sciperanti. "Una manciata di persone – dice invece uno dei lavoratori non in sciopero – non rappresenta un intero magazzino e non può bloccare il lavoro di tutti".
L'azienda fornitrice di manodopera ha diramato una nosta stampa in cui bolla come "azioni di disturbo da parte di S.I.Cobas" la protesta in atto in questi giorni fuori dai cancelli della Fiege, a Castelsangiovanni". Dal canto suo il S.I.Cobas rivendica il diritto a rappresentare i lavoratori: "Staremo qui fino a che Fiege, che finora ha rifiutato di incontrarci, non accetterà di interloquire anche con il S.I. Cobas" dicno Michela De Nittis e Massimiliano Donadelli
"Gli impianti Fiege Logistics di Castel San Giovanni sono interessati da azioni di disturbo da un piccolo gruppo di membri del S.I.Cobas, di cui solo una minima parte dipendenti diretti dell’azienda".
"Questo gruppo minoritario (circa una quarantina di persone su oltre 650 dipendenti totali, circa il 6,6% della popolazione aziendale), sta bloccando il regolare svolgimento delle attività degli impianti Fiege di Castel San Giovanni, impedendo ai camion di accedere e uscire dai magazzini generando enormi e forse irreversibili disagi e impedendo alla stragrande maggioranza dei lavoratori di svolgere le proprie mansioni".
"Il rischio concreto è che i volumi di merce, e di lavoro, vengano dirottati altrove compromettendo seriamente la continuità degli attuali livelli occupazionali. I lavoratori di Fiege hanno firmato una petizione affinché vengano prese misure per contrastare questa gravissima situazione".
"Questo sta alimentando una fortissima tensione collettiva, che rischia, tra l’altro, di comportare il contatto e lo scontro tra lavoratori e coloro che stanno bloccando il magazzino. Questo piccolo gruppo di persone sta quindi minando la stabilità produttiva di un’azienda virtuosa, da sempre impegnata per il territorio, mettendo anche a rischio l’occupazione e l’ecosistema territoriale in cui opera".
"Tali azioni di disturbo altro fine non hanno se non creare danno e problemi ad aziende sane del territorio, che portano valore per la comunità e crescita sociale, con il solo fine di trarre benefici personali".
"Ribadiamo con forza e con orgoglio che in azienda le cose funzionano e lo dimostrano i fatti, come ad esempio il forte e proficuo dialogo avviato da tempo con i sindacati confederali (CGIL, CISL e UIL) con cui l’azienda interagisce costantemente e con i quali sono stati siglati numerosi accordi in linea con le disposizioni del CCNL, a ulteriore tutela dei lavoratori".
"Fiege Logistics non intende aprire un dialogo con questi “disturbatori”, impegnati solamente a creare disagi e a interrompere i corretti e virtuosi flussi di lavoro: chiediamo con forza anche alle istituzioni del territorio di porre l’attenzione su questo problema, anche per la salvaguardia del valore che aziende come la nostra creano presso le comunità locali in cui operano".